Dopo il successo delle precedenti edizioni, ritorna a Lerici - dal 16 luglio al 7 agosto - il Lerici Music Festival. Kermesse musicale internazionale nata dall'idea del Maestro Gianluca Marcianò, con obiettivo di promuovere la musica e la vocazione culturale del Golfo dei Poeti ed organizzata dall'Associazione Suoni dal Golfo, il Lerici Music Festival, mira a proporre nella propria programmazione una grande varietà di esperienze musicali ed artistiche.
Così "dalla e con la musica", il Festival di quest'anno introduce nel suo programma "arte visiva e musica". "Verrà tempo che si stabiliranno tavole di equivalenza tra i suoni, i colori, gli odori e i tocchi. ...Verrà tempo in cui si suonerà un mazzo di fiori e si udirà un discorso di odori", parole di Carlo Dossi, scrittore nato nel 1849 e significativo esponente della "scapigliatura milanese", a proposito dello stretto rapporto tra tali "arti sorelle".
Alle ore 19.00 del 17 luglio a Villa Marigola di Lerici, quindi, protagoniste saranno opere che collegano tra loro arte visiva, musica e suoni. Gianni Bolongaro - collezionista, insieme alla moglie Grazia, e Presidente de La Marrana arteambientale, le cui installazioni sono situate nel Parco Regionale Naturale di Montemarcello, Magra e Vara - illustrerà alcuni video delle opere di tre artisti in cui perfettamente convivono e si amalgamano arte visiva, musica e suoni.
Gli italiani "vedovamazzei", con la loro "155 Avanti Cristo - Panca di battaglia", la cubana Maria Magdalena Campos-Pons con "Interiority - Luna sulla collina" e l'israeliano Philip Rantzer con "La cura di bellezza" testimonieranno la complementarietà di arte visiva, musica e suoni.
La "Panca di battaglia" degli artisti "vedovamazzei": una semplice panca in legno su cui, sedendosi, si rievoca la battaglia (con tanto di grida di dolore e di incitamento, nitriti di cavalli e rumor di spade). Battaglia, con cui il Console Marcello (dal cui il nome Montemarcello) sconfisse i Liguri Apuani nel 155 A. C. L'opera della cubana Maria Magdalena Campos-Pons - Interiority (Luna sulla collina) - è invece dedicata alla luna e alle stelle: camminando tra le parti dell'opera diffuse nel bosco, si ascolta la musica di Neil Leonard e la voce dell'artista che recita i versi del poeta peruviano César Vallejo "Luna! Alocado corazón celeste...".
Mentre, Philip Rantzer dedica una sua opera alla bicicletta venduta quando la famiglia lasciò la Romania per andare a vivere in Israele: ad accompagnarne la fruizione la dolcezza e tristezza della canzone delle mondine e dei loro amori.
Lavori, situazioni, ma anche opportunità, quelle finora enunciate, che permettono di godere della vista di un'opera d'arte anche attraverso altri sensi.
E, ancora, Gabi Scardi, storica dell'arte e curatrice di mostre, interverrà riguardo ai cambiamenti vissuti dall'arte visiva nella modernità, grazie al coinvolgimento dei vari sensi. "La relazione dell'individuo con il mondo passa attraverso una percezione multipla, che comprende, tra l'altro, i sensi: vista, tatto, gusto, olfatto e udito. E l'arte, che da sempre aspira a rappresentare la realtà nella sua totalità, ha operato in ogni epoca al fine di restituirne anche la dimensione multisensoriale.
Proprio questo l'intento che ha indotto molti artisti a oltrepassare un paradigma esclusivamente visivo coniugandolo con la dimensione sonora; a lavorare, quindi, sull'integrazione tra arte e suono, tra arte e musica.
Nella modernità, tra i momenti chiave di sviluppo di questa tendenza, la fase del passaggio dalla figurazione all'astrazione pittorica: ad ispirarla proprio la riflessione sulla musica portata avanti da Kandinsky e da altri artisti coevi. Così come le sperimentazioni delle avanguardie del primo Novecento: basti pensare al Futurismo, con le sue fragorose serate, e con il manifesto L'arte dei rumoridel 1913, e l'opera sonora Intonarumori, entrambi di Luigi Russolo.
L'interazione del visivo e del sonoro si sviluppa ulteriormente nella seconda metà del Novecento, assecondando l'aspirazione all'integrazione arte-vita che permea molte delle ricerche artistiche che più interessano, a partire dal secondo dopoguerra, tutto il mondo occidentale: gli interventi elaborati alla fine degli anni Cinquanta dai membri del movimento Fluxus con l'intento di allargare la relazione con il mondo e le collaborazioni tra il compositore d'avanguardia John Cage e l'artista Robert Rauschenberg con l'intervento, in molti casi, del danzatore Merce Cunningham, non sono che un esempio.
Ad introdurre la serata Carlo Orsini, architetto, spettatore entusiasta, "innescatore" di progetti legati all'arte contemporanea e responsabile dei progetti artistici intermediali del Lerici Music Festival: "Con il significativo radicamento del Lerici Music Festival in un luogo rilevante come Villa Marigola, con la vocazione artistica del territorio di Lerici e suoi dintorni e credendo profondamente in una ricezione intuitiva e sensuale dell'arte e nella ricerca di correlazione tra i vari "saperi", abbiamo voluto iniziare il nostro percorso progettuale inerente all'arte contemporanea con la presentazione di un esempio eccellente di arte "intermediale" presente a Montemarcello: la collezione La Marrana di Grazia e Gianni Bolongaro.
Ispirandoci al pensiero di Dave Higgins, rappresentante di Fluxus - che ha teorizzato il concetto di intermediacome "termine non prescrittivo (...) ma una possibilità ovunque esista il desiderio di fondere due o più media" - ci si dà l'obiettivo di uscire dalla logica della gesamtkunstwerk (opera d'arte totale), per entrare in una logica di simpoiesi in cui niente è collegato a tutto, ma tutto è collegato a qualcosa (E. Mancuso). L'arte diventa così intermediale tramite l'attraversamento e l'utilizzo di media diversi, attraverso la creazione di un brand new medium, totalmente rinnovato, ogni volta.
Per questo il progetto vuole aprirsi, per gli anni futuri, ad un più ampio spettro di collaborazioni con curatori, gallerie, collezionisti ed operatori (da parte dei quali abbiamo già ricevuto entusiastiche adesioni). Per radicare l'arte contemporanea all'interno del Festival e in un territorio fertile per questo tipo di espressioni".