Come vi avevamo raccontato qui, la Società Marittima di Lerici sta tennendo compagnia ai lericini in questi giorni difficile per rendere più vivibile l'isolamento forzato, attraverso la riscoperta della storia del borgo, dagli arbori ai tempi più recenti.
I testi sono curati da Bernardo Ratti, presidente della Marittima.
LERICI ALLA FINE DEL '700
Lerici, come abbiamo detto, da sempre è borgo marinaro commerciale, con traffici in tutto il Mediterraneo e Mar Nero (per ora... poi si andrà negli Oceani) con centinaia di velieri di Padroni e Armatori locali.
Tra la fine del '700 e i primi 20 anni dell'ottocento Lerici subì almeno quattro tremende mareggiate, da Libeccio (è il vento che lo colpisce, anche oggi). Nel novembre del 1792 ben sessanta navi (60! Tanto per far capire la potenza marinara lericina) tirate a secco andarono distrutte, così nel 1793 e la notte di Natale del 1821 quando gran parte del naviglio si perse, più numerose vittime. Si salvarono una ventina di velieri in navigazione e altri alla fonda a Genova. Ogni volta le famiglie lericine si risollevarono.
Di seguito i nomi, conosciuti, dei velieri superstiti della mareggiata del 1792. In gran parte Pinchi*, Feluche, Sciabecchi.
- L' ANGELO . Padrone Landini
- MADRE ANGIOLINA. Padrone Giacopello
- SANTO STEFANO. Padrone Sturlese
- VITTORIOSO SAN FRANCESCO. Padrone Baracchini
- MADRE ROSA. Casato dei Veppo
- SANTA CATERINA. Casato dei Veppo
- RE DAVIDE. Altro ramo dei Veppo
- SAN GIAMBATTISTA. Casato dei Nicolini
- SAN CRISTOFORO. Padrone Davide Giacopello (sciabecco)
- GENOVA MADRE. Padron Ratti
- SAN ELMO. Padron Nicolini
- MADONNA DELLE GRAZIE. Feluca, Cap. Francesco Landini
- L'AUDACE . Sciabecco, Cap. Fabio Landini
- SAN GIOVANNI BATTISTA. Sciabecco, Padrone Pagano
- GLORIOSA. Padrone Sturlese.
La potenza della Marineria Lericina si evince anche dal Censimento del 1815 da parte dei Piemontesi quando, arbitrariamente deciso dal Congresso di Vienna, l'antica Repubblica ebbe fine e la Liguria passò sotto ai Savoia. Nel 1815 la flotta ligure veniva da anni e anni di sofferenze. Duramente provata dal periodo Napoleonico, dalla guerra e dal blocco inglese, era al minimo della sua storia. Ebbene Lerici nonostante ciò, aveva il 12% dell'intero naviglio del Levante e il 5% dell' intera Liguria. Per capirsi ad esempio, le flotte di alcuni borghi del Levante, nello specifico dell'attuale parte spezzina:
- Portovenere: 1 Feluca, 10 Leudi (o bilancelle) da pesca
- Spezia: 2 Tartane, 1 Pinco, 1 Feluca, i Bovo (piccolo veliero), 1 Barca
- Monterosso: 2 Bovi
- Levanto: 1 Sciabecco , 8 Bovi
- Santerenzo: 8 Leudi (o bilancelle)da pesca
- Marola / S. Vito: 4 Pinchi; 3 Tartane, 3 Bombarde, 2 Golette, 1 Sciabecco, 1 Leudo
- Fezzano: 2 Sciabecchi, 1 Tartana, 1 Feluca, 11 Bovi
- Le Grazie: 3 Feluche, 2 Leudi da pesca
- Vernazza: 10 Bovi
- Riomaggiore: 8 Bovi
- LERICI: 42 FELUCHE; 11 SCIABECCHI; 2 GOLETTE; NAVIGLIO MINORE (per Lerici: leudi, bovi)
* IL PINCO: Descrivo uno dei velieri in uso all'epoca (fine '700 inizio '800) alla varie marinerie liguri. Foto dal libro specifico di Giovanni Panella, un amico e massimo esperto del naviglio ligure e non solo.
Usato dal XVII secolo sino alla metà del XIX. Molto diffuso in Catalogna ma particolarmente in Liguria, nella Repubblica, tanto da essere chiamato "la barca dei Genovesi" (con il termine "genovese" o "genovesi", si intende della Liguria, non di Genova città, Genova intesa come Città Stato. Come noi ci chiamiamo ora italiani, eravamo (e in qualche modo ancora siamo) Genovesi ).
Il Pinco era una tipica nave da carico, non velocissima ma capace, con una portata dalle 30 alle 200/250 tonnellate, con un equipaggio dai 10 ai 20 uomini. I Pinchi lericini (e delle altre marinerie liguri) trafficavano in tutto il Mediterraneo..almeno sino agli anni '20 dell'800, sostituiti prima dagli Sciabecci, e dopo dai Brigantini..ma questa è un'altra storia.
Era dotato di tre alberi in genere armati a vela latina, anche se spesso, specialmente in caso di venti particolarmente tesi, montavano vele quadre...
LA GUERRA DI CRIMEA (1854-1856)
Come ho detto precedentemente, da sempre il Mar Nero è stato un punto di riferimento per i traffici delle navi genovesi (genovesi = liguri). Sin dal Medioevo, infatti, i mercanti genovesi hanno avuto basi operative e logistiche nei porti dell' Europa orientale. Erano di casa. Si ha notizia, ad esempio di una galea lericina che commerciava grano su queste coste già nel 1277 e considerando che ufficialmente il commercio con la Romania da parte della Repubblica iniziò attorno al 1260, si può capire la portata storica della marineria lericina. (Genova successivamente, nel 1298 fece costruire le prime 15 grosse galee specifiche per i traffici in quell'area).
Era norma quindi per i velieri liguri andare nel Mar Nero, anche in considerazione che numerosi erano i mercanti Genovesi (qua proprio di Genova), chiavaresi con "scagni" in loco.
Dopo le Guerre napoleoniche queste rotte ripresero, sia per l'accordo del 1823 tra il Regno Sabaudo e l'Impero Ottomano che consentiva di utilizzare i porti turchi e di attraversare gli stretti, sia per la diminuzione della pirateria algerina. La conseguenza fu che attorno al 1830 almeno un quarto dei bastimenti stranieri a Costantinopoli era ligure, lericini compresi...con una percentuale altissima di velieri di CAMOGLI (parliamo di decine e decine), che già allora primeggiava. Traffici di grano russo per l'Europa con punti di riferimento per armatori e commercianti liguri a Odessa, Sebastopoli, ecc.
Già tra il 1830 e il 1840 circa gli armatori genovesi ( liguri) ebbero già una buona occasione di guadagno noleggiando parecchie navi ai Francesi impegnati nella conquista dell' Algeria. Ma l'occasione più grossa, che costituisce appunto la chiave di volta del commercio ligure, si ebbe con la Guerra di Crimea.
Camillo Benso Conte di Cavour, Primo Ministro piemontese, cercava un ruolo internazionale per il Regno di Sardegna. L'occasione arrivò con la Guerra di Crimea (1854-1856) a fianco di Inghilterra e Francia che si allearono con la Turchia contro la Russia. La nazioni belligeranti europee dovettero affidarsi quasi totalmente alla marineria mercantile ligure, che aveva i velieri, brigantini in genere: trasporto truppe, trasporto armi e vettovaglie, con noli altissimi pagati dagli Stati agli armatori... oltretutto là, nel Mar Nero, la presenza commerciale "genovese" era già consolidata con Agenzie marittime e commercianti con traffici già fiorenti.
A Camogli, Lerici e in altre località rivierasche gli armatori armarono nuovi velieri, i cantieri erano a pieno regime (Varazze, Foce, Chiavari, Lerici, ecc.): furono oltre 800 i velieri che presero parte alla lunga Campagna di Crimea.
Merci, munizioni, artiglieria, truppe, cavalli.. con numerosi riconoscimenti e medaglie ai Comandanti da parte degli stati. Cavour disse " se la Campagna di Crimea è andata così bene, ciò è dovuto a quei diavoli di Camoglini" (che avevano la parte preponderante del naviglio).
MA LE NAVI NON TORNAVANO VUOTE: oltre i noli degli Stati, rientravano cariche di grano per tutta l'Europa. La Russia inoltre non bloccò i porti alle navi liguri e non espulse i commercianti genovesi. I brigantini liguri continuarono a caricare il grano nel Mare d'Azof...
Avevano il monopolio. Il commercio di Grano per l'Europa era saldamente in mano agli armatori di Camogli, di Lerici, ecc., ai commercianti Genovesi e Chiavaresi... i cantieri di Varazze e delle altre località erano a pieno regime. In pratica, anche dopo la fine di questa Guerra, avevamo l'esclusiva del commercio con quelle terre. Tutta Lerici gravitava nel commercio marittimo, tutte le famiglie erano armatoriali, tutte. Lavoro per tutti, da equipaggi a calafati, maestri d'ascia, osterie... Gli armatori e i cantieri lericini davano lavoro, come operai, carpentieri anche ai paesi vicini: Santerenzo, Pugliola, Serra, Tellaro, Arcola, Val di Magra, Spezia, Portovenere.. Dal 1857 al 1875 furono costruiti e varati dai vari cantieri rivieraschi, per gli armatori liguri , oltre 3000 (tremila) bastimenti di tutti i tipi...
ED INIZIO' L'EPOPEA LIGURE DELLA VELA, QUELLA GRANDE: GLI OCEANI.....e Lerici c'era.
BENESSERE, CULTURA, DEMOCRAZIA......anche tragedie e naufragi, ahimé
Di seguito ALCUNI VELIERI, COMANDANTI ED ARMATORI, LERICINI, della Campagna di Crimea, traffici regolari (Grano). Solo quelli che sono riuscito a recuperare, perchè soci, nei nostri archivi. E poi c'erano altri velieri e armatori non soci. E naturalmente, dopo la Crimea, anche altre rotte
- ANNA ROSA, brigantino. Capitano ed Armatore Veppo Davide. (Socio fondatore Marittima) . Dal 1850 nel Mar Nero e Campagna Crimea
- GIULIETTA, brigantino. Capitano e Armatore Gio Batta Niccolini. Varato a Lerici
- TUNISINO, brigantino. Capitano E. Lupi. Varato a Lerici
- ASSUNTA, brigantino. Comandante e Armatore Francesco Tarabotto (SfM). Varato a Lerici
- VENEZIA, brigantino. Capitano Evangelista Muzio . Varato a Lerici
- CONCORDIA, brigantino. Capitano e Armatore Desiderio Pagano. . Varato a Lerici
- ORIENTE, brigantino. Capitano ed Armatore Stefano Baracchini
- COLOMBO, brigantino. Capitano e armatore Francesco Baracchini (SfM).
- EOLO, brigantino (nella foto - Ex voto). armatori fratelli Baracchini (SfM). Capitano Pellegro Baracchini. Nel 1872 al Comando di Gio Batta Baracchini fu sorpreso da una tempesta in Oceano Atlantico. Varato a Lerici
- SPERANZA, brigantino a palo. armatore e capitano Gio Batta Ratti. In alcuni viaggi Capitano il fratello Angiolo Ratti. In seguito viaggi in Sudamerica
- NUOVA CATERINA, brigantino. Al comando dell' Armatore V. Veppo. Varato a Lerici
- ANNA GIOVANNA, brigantino. Al comando dell'armatore Carlo Tarabotto (SfM)..in seguito Sud e Nord America . Varato a Lerici .
- ALFREDO, brigantino. Capitano e armatore Gio Batta Poggi (SfM). Varato a Lerici
Altri Capitani lericini, ns soci , che hanno preso parte alla Campagna di Crimea, per i quali non sono riuscito a trovare il nome del veliero:
- Baracchini V.
- Baracchini Giovanni (SfM)
- Baracchini P.
- Barbieri Alessandro
- Landini Angelo
- Lupi Gio Batta
- Poggi Pietro
- Poggi Emilio
- Giacopello Battista
- Ratti Giovanni
- Ratti Pietro Angiolo
- Sturlese Agostino
- Tarabotto M.