Una mattinata di confronto su uno dei temi cruciali della città, quello dell’area Enel. Il dibattito intorno alla centrale è sempre stato protagonista alla Spezia, dopo la recente firma dei Ministri Roberto Cingolani e Dario Franceschini per la procedura di VIA al progetto a turbogas il dibattito sul futuro dell’area si è acuito.
La “Rete per la rinascita dell’area Enel”, promossa da Legambiente, Italia Nostra, Lipu, Piazza Comune e Acqua Bene Comune, questa mattina ha organizzato un convegno al Cinema Nuovo per riunire cittadini, istituzioni e tecnici per decidere le prossime mosse e per cercare gli spiragli per fermare il progetto turbogas.
“Vogliamo discutere del futuro di quest’area – così Bruno Rosaia, portavoce della Rete per la rinascita dell’area Enel - Le associazioni ambientaliste si sono sempre poste allo stesso modo sul tema: agire localmente, pensare globalmente. Con tutti i partiti abbiamo avuto incontri e da tutti abbiamo trovato apertura e disponibilità a questo tipo di confronto. Desideriamo sottolineare che questo modo di procedere potrebbe essere un’arma per affrontare questa battaglia e vincerla. Il turbogas è un progetto sbagliato, serve bloccarlo e discutere delle alternative.
Il governo ha firmato la VIA, un passo grave, ma non è ancora l’autorizzazione, per quella mancano altri passaggi. Gli stessi Comuni interessati hanno un ruolo importante. Si tratta di una questione complessa, ma è più grande di noi? Abbiamo gli strumenti per opporci a questo progetto? Siamo in grado di proporre alternative? Atti ufficiali ci fanno ben sperare. Il pronunciamento dei consigli comunali di Spezia e Arcola e quello del Consiglio regionale affermano che il territorio e la Regione non vogliono andare avanti con il turbogas. Lo stesso presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha detto che non firmerà l’intesa con il ministero, anche se questo non fermerebbe definitivamente il processo, sarebbe in grado di rallentarlo. La mancata intesa della Regione è un passo fondamentale”.
Un lungo confronto quello di questa mattina che ha visto alternarsi noti giuristi ambientali ed esperti in campo ambientale come Marco Grondacci a parlamentari come Raffaella Paita (IV), Manuela Gagliardi (CI) e Lorenzo Viviani (Lega) a consiglieri regionali come Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente), Paolo Ugolini (M5S) e Davide Natale (PD-Art1) e il consigliere comunale di Avantinsieme Franco Vaira.
A chiudere il convegno una tavola rotonda, moderata da Stefano Sarti (Legambiente) con il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, il sindaco di Arcola Monica Paganini e il segretario della Cgil spezzina Luca Comiti.
“Arcola ha un territorio che ospita per 23 ettari la proprietà dell’Enel che è quasi un terzo dei 72 ettari – così il sindaco di Arcola Monica Paganini - I 23 ettari che incidono su Arcola hanno permesso che il Comune fosse presente in tutte le sedi istituzionali per esprimere la contrarietà motivata a questa nuova progettualità. Come sindaco mi sono posta il tema di come ribaltare la logica in tema energetico, i sindaci uniti possono raggiungere una condivisione d’intenti per ribaltare la logica delle centrali a gas. 4 sono gli ingredienti per ribaltare il sistema dalle grandi centrali al cittadino rendendolo protagonista: impianti di energia rinnovabili, accumulatori, reti intelligenti e le comunità energetiche. Abbiamo già dato incarico per sviluppare le coordinate del ricorso”.
“Siamo riusciti a far emanare l’Aia che prevede al 31 dicembre la cessazione dell’uso del carbone ed è un risultato storico che rivendico – ha affermato il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini - Una volta presentato il progetto turbogas, abbiamo studiato le procedure ed abbiamo fatto una variante al piano urbanistico comunale, abbiamo fatto una valutazione ambientale strategica e la Regione ha completato l’iter. Quando ci sarà la conferenza dei servizi in merito al turbogas noi, con la variante al piano, diremo che in quell’area non è possibile fare una centrale a turbogas. Solo una decisione successiva del ministro potrà bypassare la nostra decisione”
“La Cgil ha una visione ambientalista di lungo corso. Crediamo però che il dibattito si sia fossilizzato, bisogna guardare oltre – ha evidenziato il segretario della Cgil spezzina Luca Comiti -Noi siamo un soggetto che ha nel lavoro e nell’occupazione il core business. Il progetto in campo oggi non ci soddisfa. Vogliamo sviluppo sostenibile, innovazione e lavoro di qualità. I lavoratori sono in sciopero perché si stanno battendo per la riconversione di quell’area”.