La Commissione VI del Senato, dopo aver svolto un ciclo di audizioni, ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a valutare l'opportunità di una revisione generale dell'imposta di soggiorno. La risoluzione, nell'indicare i principi ai quali il Governo dovrebbe attenersi ai fini della revisione dell'imposta, ha recepito alcuni dei suggerimenti formulati da Federalberghi nel corso dell'audizione svolta il 16 gennaio 2024.
"Accogliamo con soddisfazione la decisione del Senato di valutare un ripensamento della tassa di soggiorno così da porre un freno ai fenomeni dannosi per gli albergatori e in linea generale per il turismo di intere aree. - ha dichiarato il direttore di Confcommercio La Spezia Roberto Martini - Gli aumenti improvvisi registrati nell'ultimo periodo nella nostra provincia creano forti difficoltà alle strutture che sono costrette ad adeguarsi ai nuovi costi a ridosso dell'inizio di stagione, ovvero quando i contratti con i partner e le aziende sono già stati firmati. A ciò si aggiunge una concorrenza sleale generata dallo spostamento dei turisti verso altri comuni limitrofi, alla ricerca di prezzi più accessibili. Riteniamo dunque fondamentale stabilire che eventuali incrementi tariffari non possano decorrere prima di sei mesi dalla approvazione della delibera comunale, assegnando agli enti locali l'individuazione di esenzioni e riduzioni per particolari fattispecie e periodi di tempo".
Federalberghi ha portato all'attenzione del Senato altre proposte, quali:
- definizione ed omogeneizzazione del dettato normativo, creando un modello impositivo improntato a criteri di chiarezza, semplicità di gestione, incisività, immediatezza del prelievo e gradualità, quantificando l'imposta in importi - decisi dai singoli comuni - proporzionalmente progressivi alla tariffa applicata per il pernottamento, nei limiti già previsti dall'attuale legge nazionale (5 euro, aumentabili in alcune ipotesi fino a 10 euro, con possibilità di un aumento di 2 euro nell'anno giubilare);
- prevedere che i Comuni si dotino di un sistema di riscossione digitale, diretto ed indipendente dalle strutture ricettive, le quali saranno fornite gratuitamente di tali sistemi, e potranno così svolgere un ruolo di mero controllo;
- prevedere inoltre che le attività ricettive che non riescono ad ottemperare a questo ruolo per mancanze strutturali, come ad esempio le locazioni brevi non imprenditoriali, potranno avvalersi dell'intermediazione dei portali di prenotazione;
- definire con maggiore incisività, anche con strumenti a carattere sanzionatorio, il vincolo di destinazione previsto dalla legge, per le spese effettuate dai comuni con le risorse assegnate con il gettito ripartito, prevedendo che gli introiti siano dedicati ad investimenti sul settore turistico, anche attraverso il coinvolgimento delle categorie, e che la spesa sia rendicontata annualmente ad organi pubblici preposti;
- emanare il regolamento governativo previsto dal decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23, al fine di armonizzare dettare la disciplina di attuazione secondo i criteri sopra enunciati.