Un Mantova - Spezia da 5 in pagella per l'arbitro Davide Ghersini di Genova, da 4 per il duo Volpi - Giua al VAR. Il fischietto ligure è stato promosso in CAN B nell’estate del 2013, esordendo poi pochi mesi dopo in Serie A (nel maggio 2014) in Napoli-Cagliari. Un direttore di gara estremamente esperto per la categoria, un vero e proprio veterano per la B, con molte partite arbitrate in Serie A in questi anni. Al VAR Manuel Volpi della sezione di Arezzo, che ha terminato di arbitrare dopo aver rassegnato le proprie dimissioni ed è un neo immesso nel ruolo di VAR PRO; AVAR Antonio Giua di Olbia. Entrambi meritevoli di insufficienza grave.
Primo tempo ben diretto da Ghersini: adotta fin da subito un metro piuttosto alto, lascia proseguire il gioco e non ha bisogno di ricorrere a nessun cartellino giallo nei primi 45 minuti. Giudica anche bene due contatti in area di rigore nei primi minuti, quelli su Lapadula e su Elia, entrambi troppo leggeri per concedere un calcio di rigore. L’assistente 2 Galimberti di Seregno valuta correttamente il gol segnato da Aurelio: il giocatore dello Spezia è in posizione regolare.
Nel secondo tempo al minuto 48 risulta corretta anche la valutazione su un presunto fallo di mano di Brignani su cross di Aurelio: il braccio è attaccato al corpo, situazione simile a quella di Hristov al 76esimo in area di rigore dello Spezia, non punibile per il medesimo motivo.
Al 61esimo arriva però la svolta inaspettata della partita: fallo di Bertola su Mensah poco oltre il centrocampo, Ghersini fischia la punizione. A questo punto dalla sala VAR comincia un check al termine del quale i 2 arbitri da Lissone decidono di mandare, inaspettatamente, all’on field review l’arbitro di campo giudicando il suo un chiaro ed evidente errore. Mostrano all’arbitro la situazione più volte in slow motion e con il relativo fermo immagine per mostrare il punto di contatto. E qui nascono i primi problemi: gli episodi si giudicano, soprattutto, in dinamica. E l’episodio in dinamica, a velocità 1x, quella normale, non arriva mai nel monitor che Ghersini sta osservando. Questo sarebbe servito, quantomeno, per dare all’arbitro gli strumenti per poter analizzare in completezza l’episodio. Quella dinamica, appunto, che probabilmente avrebbe mostrato piuttosto chiaramente che quello commesso da Bertola non è mai un grave fallo di gioco.
A livello regolamentare si definisce grave fallo di gioco “un tackle o un contrasto che mette in pericolo l’incolumità di un avversario o commesso con vigoria sproporzionata o brutalità”.
In sede di raduni le Commissioni Arbitrali, tramite il Settore Tecnico, danno dei parametri agli arbitri per codificarli: punto di contatto (alto o basso), tacchetti esposti, intensità e velocità. L’intervento di Bertola ne raccoglie 2 su 4: il punto di contatto è piuttosto alto, vero, all’altezza del polpaccio, da dietro; i tacchetti sono esposti ma mancano senza alcun dubbio i parametri dell’intensità e della velocità. L’intensità, nello specifico, risulta davvero troppo lieve: a mio giudizio l’intervento era meritevole di ammonizione per imprudenza, certamente non da espulsione per il semplice fatto che manca la vigoria sproporzionata che possa giustificarlo. La chiamata all’on field review, francamente, rimane piuttosto incomprensibile.
Da lì Ghersini, che fino a quel momento aveva ben diretto la gara, comincia una direzione affannosa: il metro tecnico cambia, talvolta diventa incomprensibile e la gestione disciplinare della gara si modifica.
Corretto il giallo ad Elia al 66esimo per fallo imprudente in scivolata, come quello di Cassata all’82esimo. All’86esimo manca, però, un giallo piuttosto evidente a Brignani del Mantova: da terra trattiene la gamba di Nagy che lo aveva superato, chiara la condotta antisportiva meritevole di ammonizione. Viene fischiato solamente il fallo.
Al 96esimo nuovo intervento del VAR per il gol del 3-2 segnato dal Mantova: l’assistente 2 Galimberti questa volta non coglie live il fuorigioco di Cella in una situazione complicata da giudicare dal campo. Gori, avanzando in uscita, cambia infatti il riferimento per quanto riguarda l’individuazione del penultimo difendente che determina la posizione di fuorigioco. Ma, a mio parere, c’era un precedente fallo di mano di Debenedetti del Mantova dal quale nasce l’assist per il gol - poi annullato per posizione di fuorigioco di Cella, appunto. Il movimento del braccio dell’attaccante del Mantova è verso il pallone e fornisce un vero e proprio assist al compagno.
Sotto esame, infine, anche il gol dell’1-2 di Maggioni che ha riaperto la gara dando speranza al Mantova: Ruocco, in posizione regolare, raccoglie un cross in area e fornisce l’assist per il gol di Maggioni. I dubbi rimangono però sulla posizione di Galuppini: in evidente posizione di offside, è accanto a Ruocco e sembra interferire con Elia il quale (dalle immagini a disposizione) sembra appoggiargli le braccia sul corpo. Se così fosse la posizione di fuorigioco di Galuppini diventerebbe punibile poiché interferisce con un difendente, in questo caso Elia, ostacolandolo nella corsa. Situazione, questa, borderline che però si somma ad un insieme di decisioni VAR poco fortunate in questa gara.
Concludo esprimendo un concetto: l’errore di campo ci sta e deve essere accettato. Solamente chi i campi li ha calcati con la “giacchetta nera” sa quanto un posizionamento errato o una prospettiva diversa possano inficiare una corretta valutazione. Si lavora quotidianamente per questo, ci si allena sia fisicamente che tatticamente alla perenne ricerca di quel centimetro che può determinare una chiamata giusta o una errata, con conseguente valutazione più o meno positiva dell’ osservatore arbitrale designato e/o dell’Organo Tecnico. Diverso è quando gli errori accadono in sala VAR a Lissone, un ambiente sicuramente più comodo e meno stressante rispetto al campo. Qui si ha il tempo per rivedere più e più volte gli episodi e si hanno tutti gli strumenti del caso per analizzarli: forse, anche per questo, è ormai opinione comune che si sia meno propensi all’accettazione dell’errore.
"Il VAR del Lunedì" è una rubrica di Gazzetta Della Spezia in collaborazione con Matteo Mori, arbitro associato alla Sezione della Spezia dal 2007 al 2022. Dal 2017 ha diretto gare a livello nazionale tra Serie D, Serie C, Serie A femminile e campionati giovanili professionistici. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Referees Liaison Officer in tre manifestazioni FIGC-UEFA, tra cui la Supercoppa Italiana femminile nel 2018 e due eventi delle Nazionali Italiane Under 21 e Femminile nel 2016 e 2017.