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Autocarri e corriere storiche a Santo Stefano In evidenza

Una passerella di meraviglie sulle quattro ruote, domenica 23 aprile, per la ‘tappa’ finale della ‘Rievocazione Storica sul Passo della Cisa’.

Una cinquantina di corriere e autocarri storici, provenienti da tutta Italia e non solo, percorreranno la Statale, arrivando tra le 13,30 e le 14, nello stradone di via De Gasperi (zona sede Protezione civile) provenienti da Fornovo da dove partiranno attorno alle 9. Un viaggio di cinque ore, più o meno lo stesso tempo impiegato dai veicoli a percorrere lo stesso tragitto prima dell’apertura dell’Autocamionale della Cisa, attraverso Emilia e Lunigiana.

L’organizzazione è curata dall’Associazione Italiana Trasporti d’Epoca (A.I.T.E.), alla quale il Comune guidato da Paola Sisti ha concesso il suo patrocinio. Il capo della giunta riceverà una rappresentanza dei ‘camionisti’ in piazza Garibaldi attorno alle 17. I mezzi partecipanti vanno dai vecchi autocarri o corriere Fiat ai Lancia, agli Om, ma è atteso anche un Saurer dalla Svizzera. Si tratta di veicoli che hanno fatto la storia dell’autotrasporto italiano dagli anni trenta fino alla fine degli anni settanta, presente qualche eccezione di mezzi anni ottanta.

L’A.I.T.E. ed il suo presidente nazionale, Roberto Cabiati, già nel 2011 avevano organizzato raduni del genere, come quello del Passo del Bracco nel 2010. Lo scopo di questi eventi è quello di mantenere vivo il ricordo di mezzi e uomini che con grandi sacrifici hanno contribuito alla rinascita del nostro Paese all’indomani delle due guerre mondiali.

Domenica sarà una grande festa in un’atmosfera di ricordi e immagini, adatti a far conoscere alle nuove generazioni uno spaccato del buon tempo antico. In particolare, sarà un’occasione unica per ammirare in movimento mezzi come i Lancia3Ro che risalgono al periodo prebellico e poi i vari FIAT 682-690 e i Lancia Esatau che transitavano sulla Statale 62 negli anni 60 e 70, spesso dopo aver caricato alla Vaccari o alla Sirma, fabbriche santostefanesi, da dove poi raggiungevano, oltrepassando il valico della Cisa, tutta la pianura Padana e il Nord Italia.

“La quasi totalità di questi mezzi - osserva Roberto Cabiati, presidente dell'A.I.T.E. - è stata salvata dai nostri soci che ne hanno evitato le demolizioni oppure li hanno recuperati in vecchi cascinali, in cave abbandonate o in aperta campagna spesso in condizioni pietose e dopo averli restaurati amorevolmente con altissimo dispendio di energie fisiche ed economiche li stanno conducendo ai vari raduni, alle mostre o alle rievocazioni”. E aggiunge: “Si tratta di un patrimonio dal grande valore storico ed emozionale. Nella maggior parte dei casi, gli stessi vecchi camionisti, o i loro figli, hanno affrontato le difficoltà del restauro consegnando alla storia dell’autotrasporto mezzi altrimenti finiti nell’oblio”.

L’Associazione Italiana Trasporti d’Epoca divulga la propria attività anche grazie al sito internet (qui) e risponde a domande e curiosità inviate alla e-mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

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