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Un altro pezzo di storia recuperato con la ristrutturazione di galleria Quintino Sella e ex Convento delle Clarisse (Foto) In evidenza

di Anna Mori – La galleria diventerà presto un museo multimediale per riscoprire la storia della città da Simon Boccanegra al periodo bellico

Questa mattina il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e l’Assessore Luca Piaggi hanno effettuato un sopralluogo al cantiere dove sono in corso i lavori di recupero dell’ex Convento delle Clarisse in Via XX Settembre e del rifugio antiaereo di Scalinata Quintino Sella. Quasi terminati i lavori di ristrutturazione della galleria, presto verrà avviato il secondo lotto nell’area del ex Convento delle Clarisse.

“Durante la seconda guerra mondiale – spiega Stefano Danese esperto di storia militare - la presenza dell'Arsenale Militare ha reso la città della Spezia un obiettivo strategico da colpire, con un grande rischio per la popolazione civile. Si era dunque allestita una rete di "ricoveri antiaerei", alcuni pubblici, scavati creando gallerie e molti altri (si stima circa 600) ottenuti con il rinforzo di un vano nelle fondamenta dei palazzi. Nell'estate '42 la capacità complessiva cittadina era di circa 70.000 posti. A partire dal dicembre '42, con il prospettarsi di azioni aeree degli alleati, nel territorio comunale si rese necessario realizzare ulteriori ricoveri. L'insieme delle opere comprendeva 30 gallerie, 66 ricoveri tubolari in cemento, numerose trincee scoperte (per una spesa di oltre 50.000.000 di lire). Nel dicembre del 1942 fu iniziata la costruzione della galleria sotto salita Quintino Sella, il rifugio più grande della città, costruito per contenere fino a 6.500 persone.”

Attualmente la Galleria Quintino Sella è accessibile da Via Prione e da un secondo accesso nei pressi della chiesa dei Santi Giovanni e Agostino, dove un tempo vi era il Convento degli Agostiniani. L’attività del cantiere ha preso l’avvio da quest’ultima parte, che è stata oscurata da un muro di blocchetti prefabbricati, eretto quando a seguito dei pesanti bombardamenti quest’area della città fu oggetto di sistemazioni che inizialmente furono pensate come emergenza, e quindi temporanee, ma che in realtà sono restate in essere per decenni. La prima azione concreta di valorizzazione ha portato all’eliminazione del muro di blocchetti per riaprire l’accesso alla galleria. I lavori hanno permesso di riscoprire le volte della chiesa degli Agostiniani. Il monastero fu fondato nel 1390 e fu il primo insediamento religioso sorto in città. I monaci provenivano da un più antico monastero che sorgeva a Vezzano Ligure nell'entroterra spezzino. Inizialmente i frati si insediarono in un fabbricato di modeste dimensioni; successivamente sia il convento che la chiesa furono ampliati. Questa venne dedicata a sant'Agostino e fu aperta al culto il 24 aprile 1547.

Tornando ai giorni nostri, nel cantiere sono stati contemporaneamente effettuati lavori nel sottosuolo sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio. Sono emersi alcuni reperti dell’antico convento Agostiniano che erano stati utilizzati come materiale di riempimento. I reperti son sono stati oggetto di un’accurata ricognizione, catalogati e attualmente sono in fase di studio. In questo punto il cantiere presenta criticità, in quanto non è direttamente raggiungibile da mezzi o macchine operatrici: è stata messa in campo una soluzione logistica che, occupando parte di Via XX Settembre, permette ai mezzi di calare dall’alto o sollevare i materiali e le attrezzature occorrenti.

Una volta preservate le memorie storiche, il cantiere sta procedendo speditamente attraverso lavori di consolidamento, ma mantenendo sempre un approccio il più conservativo possibile. L’obiettivo è quello di rendere nuovamente funzionale l’uscita dell’ex rifugio antiaereo restituendo, nel frattempo, decoro ad una parte di città così ricca di testimonianze.

La seconda parte di lavori sta interessando il “mondo sotterraneo” dell’ex rifugio antiaereo. Anche in questo caso si parla di ristrutturazione conservativa, prevedendo di mantenere, laddove possibile, le superfici esistenti. Con la supervisione della Sovrintendenza, verrà ripristinato il pavimento a cemento nelle zone danneggiate eliminando anche le concrezioni, applicate centinature leggere in acciaio per eliminare in alcuni punti le infiltrazioni d’acqua, realizzato l’impianto elettrico. Al termine dei lavori la galleria diventerà un museo multimediale, suddiviso in due parti: una prima sezione dedicata alla storia della Spezia, da Simon Boccanegra in avanti, una seconda sezione in cui, grazie ad un’esperienza immersiva, sarà possibile rivivere un bombardamento aereo e conoscere la storia della nostra città durante il secondo conflitto mondiale e dei principali avvenimenti che hanno caratterizzato il sito.

Il secondo lotto di lavori interessa invece l’ex Convento delle Clarisse. La sua costruzione ebbe inizio nel 1593 ma entrò in funzione alla metà del ‘600. Le monache di Santa Chiara vi rimasero per 150 anni ampliando l’edificio, realizzando la chiesa di Santa Cecilia e altre due ali ad est e ad ovest: i tre edifici vennero così a formare un chiostro aperto a nord. L'accessibilità al complesso era garantita da un percorso che collegava la via del Poggio con la salita al castello. La soppressione degli ordini religiosi nel 1798, portò alla confisca dei beni a favore dello Stato: il convento venne destinato a scuola pubblica per circa 80 anni. Nel 1880 divenne sede distaccata dell'Ospedale Sant'Andrea; cinque anni dopo, durante l'epidemia che colpì la città, ospitò gli ammalati di colera prendendo il nome di “Lazzaretto”. All'inizio del Novecento accolse poveri ed anziani fungendo da “Ospizio di Mendicità”. Poco prima dello scoppio della II Guerra Mondiale, l'edificio divenne sede del Museo Civico: i locali ospitarono la collezione archeologica, ma con le bombe che nel 1943 distrussero completamente il complesso, venne seppellita gran parte dei reperti archeologici, altri furono portati a Brugnato. L'area dove sorgeva l'ex convento venne così dimenticata.

Grazie alle attività di ripristino avviate, l’area potrà avere nuova vita. I lavori nell’ex Convento sono iniziati con una ricognizione archeologica che ha portato molte nuove informazioni al quadro conoscitivo del sito. Attualmente hanno visto la luce i perimetri di alcune stanze con il pavimento in parte intatto. Si prevede di scavare ancora a un metro e, in alcuni punti, a tre metri in quanto sembra che sotto alla superficie visibile si trovino ulteriori spazi e che il convento fosse su più livelli, crollati durante i bombardamenti. Rimangono ancora alcune fotografie della struttura quando era adibita a museo: saranno di aiuto per capire come procedere in alcune zone con gli scavi. Una volta preservate le memorie storiche, si procederà con il consolidamento delle strutture esistenti, alla messa in sicurezza, alla pulizia e verrà continuato lo studio della parte archeologica. L’obiettivo finale della ristrutturazione è quello di rendere l’area fruibile alla cittadinanza.

I lavori sono stati finanziati con i Fondi Strategici Regionali FESR, il lotto 1 del rifugio antiaereo con 900mila euro, il lotto 2 del ex Convento delle Clarisse con 700mila euro. Il lotto 1 terminerà nel mese di ottobre, salvo complicazioni legate alla mancanza di materie prime. Il secondo lotto verrà appaltato nell’estate e si pensa che i lavori termineranno nel 2023.

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