Tarabugi racconta la storia della Madonna di Rebocco: "Scoperta casualmente nel 1912 durante i lavori di avanzamento all'interno di una cava di pietra, che si trovava in zona, nel 1929 ottenne la tutela da parte della Soprintendenza ai monumenti e venne dichiarata luogo di notevole interesse pubblico dal Ministero dell'educazione nazionale.
Essa prende il nome da una gigantesca stalagmite di oltre 5 metri di altezza che sorge al centro della cavità. I suoi dolci contorni rimandano infatti all’immagine della Madonna con il Bambin Gesù. A dominare tutto lo scenario, un grande "organo" stalattitico sospeso a 10 metri da terra. La parte più bassa della caverna è occupata da un profondo lago che venne parzialmente esplorato alcuni anni fa da un sommozzatore spezzino.
L'ingresso attuale non corrisponde, tuttavia, a quello primitivo, che fu aperto nel 1912, in quanto, per facilitarne la valorizzazione turistica, venne scavata una nuova galleria di ingresso, al termine della quale, attraverso una scala in ferro, si poteva accedere alla grande sala.
Addirittura, negli anni '50, i bambini delle scuole elementari vi venivano accompagnati in gita e si ricorda una grande richiesta di visite che obbligava, all’epoca, a prenotazioni con largo anticipo.
Nel 1973, la grotta venne chiusa per problemi di sicurezza e da allora non è stata più riaperta. Purtroppo, attualmente, è in stato di abbandono".
"La Spezia Popolare si impegna a valorizzare l’immenso patrimonio storico, culturale, architettonico e naturale che la nostra città possiede - conclude Tarabugi - Non dobbiamo abbandonare e trascurare quello che il nostro territorio ci offre; al contrario, dobbiamo “sfruttarlo” come risorsa turistica per ridare alla Spezia la dignità e il ruolo che essa merita da sempre".
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