«Non possiamo più accettare di essere presi in giro da Burlando e Montaldo – esordisce il consigliere – Sono preoccupato per la superficialità con la quale non si sta tenendo in debito conto la tempistica, e mi riferisco in particolare alla data entro la quale deve partire la gara, pena la revoca del trasferimento statale che, secondo notizie ministeriali, non dovrebbe andare oltre marzo del 2014». Continua il Vicepresidente: «Per realizzare un ospedale ci vogliono almeno 4 anni dal momento in cui parte il cantiere, salvo imprevisti, mentre l'assessore assicura che ne basteranno tre. Montaldo fa solo propaganda». Ma le preoccupazioni di Morgillo riguardano in particolare l'aspetto finanziario: «Mancano 20 milioni, che sono parte integrale del piano finanziario e, quindi, del progetto. Mi meraviglia che ora Montaldo si limiti a dire che su quei 20 milioni mancanti c'è l'impegno della Regione. Per anni il presidente Burlando ha sostenuto che è necessario avere tutti i finanziamenti prima di iniziare i lavori di un ospedale». Spiega Morgillo: «Quei 20 milioni dei 170 che già erano stati stanziati sono stati utilizzati per soddisfare altre esigenze di bilancio, con l'impegno da parte del presidente di rimetterli al loro posto, al momento dell'approvazione del progetto del nuovo ospedale. Mi chiedo perché nessuno abbia richiamato Burlando alle sue responsabilità». Conclude Morgillo: «Invito tutti a tenere alta la guardia, almeno fino a quando non partiranno i lavori. Da parte mia incalzerò la giunta affinché metta a bilancio i 20 milioni mancanti e faccia partire la gara nella sua interezza. Sono infatti convinto che separare la gara per la costruzione dalla fornitura delle attrezzature e degli arredi, sia una sciocchezza. Chiederò, inoltre, che prima di procedere alla gara si faccia una ricerca di mercato per verificare se esiste realmente la possibilità, l'interesse da parte degli operatori a realizzare un'opera di centinaia di milioni, con in permuta 25 milioni di immobili del vecchio Sant'Andrea. Al momento, nel caso di precedenti cartolarizzazioni, quasi nessun immobile è stato venduto e chi è diventato intestatario dei beni è stato costretto a pagare interessi e Imu».