Negli ultimi sette anni la nostra città sembra aver imboccato una strada senza ritorno.
Commercio in affanno, traffico caotico, sicurezza in declino e servizi pubblici sempre più carenti: un quadro che stride con le immagini patinate che circolano sui profili social della giunta, sorridente davanti a inaugurazioni improvvisate e cantieri mai davvero terminati.
I cittadini si trovano a convivere con lavori avviati e mai completati, degrado, spese lievitate e interventi che, quando finalmente conclusi, risultano spesso mal eseguiti o già bisognosi di manutenzione. Nel frattempo, si stanziano fondi per effimeri eventi di pochi giorni, che portano un momentaneo afflusso di persone ma non un reale beneficio economico o turistico duraturo. Una politica dell'immagine più che della sostanza, utile forse a collezionare qualche "mi piace", e accaparrarsi qualche futuro elettore ma non a risollevare un tessuto urbano ed economico in crisi.
A preoccupare cittadini e commercianti in questi giorni è il possibile nuovo affidamento della gestione dei parcheggi. Annoso problema del quale la maggioranza incolpava le amministrazioni precedenti ma che dopo un anno dalla scadenza del vecchio contratto ancora non è riuscita a risolvere.
Dopo non essere stati capaci di organizzare un bando per tempo ed essere costretti a prolungare l'agonia del contratto con Gestopark, adesso spunta l'eventualità di un affidamento ad una società che ha già mostrato limiti nella gestione dell'illuminazione pubblica, sommersa da segnalazioni negative e con ombre pesanti legate a indagini per presunte infiltrazioni criminali.
È legittimo chiedersi come possa anche solo essere presa in considerazione per un appalto di dieci anni dall' enorme importanza strategica una realtà del genere. Possibile che sindaca e assessori non siano pienamente consapevoli dei rischi che una simile scelta comporterebbe? O che, peggio ancora, vi sia una deliberata volontà di procedere comunque, nonostante le evidenze?
Il dubbio sorge spontaneo. Troppi contratti assegnati a ditte esterne, spesso provenienti da altre regioni, che lasciano lavori incompiuti o realizzati in modo approssimativo. Troppe occasioni mancate in cui il Comune avrebbe potuto rivalersi per danni o rescindere accordi, e non lo ha fatto. Troppe concessioni a realtà che nulla hanno a che fare con la vocazione del territorio, mentre i piccoli commercianti chiudono e la città si svuota, riempita invece da ipermercati, sale scommesse e insegne anonime che ne snaturano l'identità.
Non si tratta più di singoli errori di valutazione, ma di un metodo, di un modo di amministrare che sembra favorire l'interesse di pochi a scapito del bene collettivo. E quando gli errori si ripetono con tale costanza, diventa lecito domandarsi se dietro non si nasconda qualcos'altro.
È tempo che la giunta ci dia delle risposte serie su queste dinamiche che stanno compromettendo il futuro della città.
Se la decadenza diventa normalità allora significa che qualcuno ha deciso consapevolmente o meno di svendere ciò che resta della nostra comunità.
Come PCI chiediamo chiarezza, rigore e partecipazione. Gli appalti devono essere gestiti con trasparenza e rigore, le risorse devono tornare a sostenere lavoro, manutenzione, cultura e servizi, non propaganda e interessi privati.
È tempo di reagire e restituire dignità e futuro a Sarzana.
Eros Sabella
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Sezione Sarzana e Val di Magra







