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Luigi Grillo, nota sull'attualità economica e politica

La nota di Luigi Grillo.

"Ci sono tre fattori alla base del fallimento della Silicon Valley Banca", così in una nota Luigi Grillo.

a) L'impatto dell'aumento dei tassi di interesse decisi dalla Federal Reserve

b) L'inadeguata gestione bancaria lontana dalla sana e prudente condotta

c) Le difficoltà del settore tecnologico in specie delle start up in esso operanti

"Un quadro di questo tipo non si rileva in Europa; men che meno in Italia. Quindi, al di là di qualche scossa, se non saranno commessi gravi errori da parte dell'autorità americana nella gestione della crisi, sarà assai difficile subire un effetto domino come accadde nella vicenda della Lehman Brothers. Soprattutto perchè, i più non ricordano che nel 2008, oltre la crisi della Lehman, negli USA fallirono 120 banche e 50 primarie Compagnie di assicurazione".

"Pochi hanno a mente un documento di Mediobanca che, fotografando l'insieme degli interventi organizzati dagli Stati fino a novembre 2011 per supportare la crisi innescata dal fallimento del sistema finanziario americano, certificò che i miliardi di euro e di dollari i singoli Stati che furono costretti a sborsare le seguenti somme:

USA 2.330 miliardi di dollari
Regno Unito 1.148 miliardi di sterline
Germania 418 miliardi di euro
Olanda 143 miliardi di euro
Irlanda 159 miliardi di euro
Belgio 196 miliardi di euro
Italia 4,1 miliardi di euro (Monte dei Paschi di Siena)"

"Ha ragione il Presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, quando, riprendendo le dichiarazioni di Ignazio Visco, Governatore della Banca d'Italia e di Fabio Panetta, Vice Presidente della BCE ha affermato:
"Il problema è avere per tutto l'Occidente regole identiche e non norme diverse che favoriscono qualcuno ma non impediscono l'insorgere di difficoltà. E' ora di chiedere che le regole sulle sponde dell'Atlantico siano applicate in maniera identica per ragioni di uguaglianza e nel presupposto di concorrenza, di competitività e di vigilanza. Da noi, si può davvero dire, che c'è un eccesso di regolamentazione, mentre le crisi vengono sempre da Oltremare".

 

 

"Nella prima Repubblica (1948-1992) mai un Prefetto è stato promosso Ministro dell'Interno.
Nella prima Repubblica i tecnici facevano i tecnici e nessun tecnico, ancorchè di alto profilo e di professionalità è stato promosso Ministro.
Nella prima Repubblica ricordo Ministri che hanno rassegnato le loro dimissioni per fatti negativi riconducibili ad errori dell'apparato ministeriale di cui erano responsabili.
I morti sulla spiaggia di Cutro erano afghani in fuga da un Paese nelle mani di un regime feroce e dispotico".

"Ha ragione il Presidente Mattarella quando nel discorso pronunciato agli studenti dell'Università della Basilicata ha fatto un preciso riferimento proprio all'Afghanistan chiamando quei morti con una parola più adatta alla loro condizione: "profughi".

"Profughi a cui la nostra Costituzione offre una protezione totale all'articolo 10 in quella parte della Carta dove sono scolpiti i diritti fondamentali. Un Ministro dell'Interno responsabile e coerente con il suo ruolo, di fronte a quanto accaduto a Cutro, avrebbe dovuto rassegnare le sue dimissioni prima ancora che si potesse capire cosa non ha funzionato nel complesso dell'apparato statale".

 

 

"Il primo marzo è stata pubblicata la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittima la proroga delle concessioni balneari al 2024.
Nella sentenza si legge che le disposizioni legislative nazionali che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni non devono essere applicate.
In un altro passaggio viene sottolineato come ci siano "tutti gli elementi necessari per consentire alle amministrazioni comunali di indire gare per il rilascio delle concessioni stesse".
Nella mia qualità di Presidente dell'8^ Commissione del Senato dal 2010 al 2013, ho sempre solidarizzato con l'Associazione dei Balneari per fare in modo che venissero tutelati gli operatori balneari che avevano ben operato nella gestione delle nostre spiagge".

"Al punto in cui siamo arrivati, tenendo presente che le gare per le nuove concessioni saranno gestite dai Comuni, ritengo sia controproducente alzare le barricate per una battaglia persa in partenza!
Siamo in Europa, con convinzione, i servizi pubblici vanno tutti messi in gara, questa è la regola che l'Unione Europea difende a spada tratta.

Ed è giusto così.  Non si vede perchè dopo 13 anni di dibattito, confronto e scontro non si possano, anche in questo settore, far prevalere la concorrenza con l'adozione di regole chiare e trasparenti".

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