Dopo che parte della politica, faziosamente, ha provato maldestramente ad utilizzare immagine e stemma della Spezia Calcio in tutti i modi, persino rivendicando collaborazioni con la stessa società smentite dalla Dirigenza, nonché attribuendosi meriti per avere effettuato interventi infrastrutturali dello stadio rendendolo così adeguato e sicuro, lo stadio Picco si trasforma in un teatro di battaglia.
Così la politica, imbarazzata, improvvisamente perde tutte le parole, inspiegabilmente.

Abbiamo la precisa sensazione che da tre giorni vi sia una narrazione non rispondente alla realtà, sottacendo di conseguenza i dati oggettivi.
Ci pare di poterli elencare così.
E' stata rovinata la festa di una città intera, perchè lo Spezia appartiene alla città intera, indipendentemente dai colori politici.

Domenica doveva essere la festa non solo di una squadra di calcio ma di un intero popolo.

Così non è stato, in virtù di fatti incontrovertibili.

Questi raccontano che la tifoseria ospite è entrata nel proprio settore con il volto travisato, tentando poi di abbattere e scavalcare il divisorio tra i settori, nonché di colpire con cinghie e aste il pubblico locale
presente in Curva Piscina.

Chi doveva impedire tutto questo? Chi era preposto?

La gestione dell'ordine pubblico e la prevenzione volta alla tutela dell'incolumità della collettività è materia tecnica, che tuttavia i tecnici hanno l'obbligo di affrontare, senza alibi alcuno.
Ricostruzioni fantasiose, indicazioni di responsabilità e processi sommari appartengono ad una cultura umana, politica e giuridica che ci è estranea.

Ci limitiamo ad enunciare i dati oggettivi che tutta Italia ha visto e che non sono suscettibili di letture alternative.
Ci limitiamo ad osservare la gravità della situazione domandando: si poteva evitare?

Parola agli esperti...

Eleonora Mariotti, Catia Castellani, Alessandra Speciale, Carolina Bardine, Fabio Bisogno, Massimiliano Bertagna.
Candidate e Candidati di Spezia Bene Comune