La chiusura della centrale a carbone di Vallegrande è una conquista storica della comunità spezzina, dopo anni di battaglie per la salute e per l'ambiente, e come tale deve essere considerata un traguardo dal quale non si deve assolutamente tornare indietro.

Alla luce anche dei dati relativi alla percentuale di produzione di energia elettrica mediante l'utilizzo delle centrali a carbone, l'eventuale riapertura della centrale a carbone della nostra città non aiuterebbe nemmeno in minima parte a risolvere la problematica energetica nazionale e servirebbe soltanto a penalizzare un territorio funestato da anni e anni di emissioni inquinanti. Lo attestano gli stessi dati sulla produzione elettrica mediante l'uso del carbone: nel 2019 è stata di circa 17,6 TWh, pari al 5,5% circa del fabbisogno elettrico italiano e al 6,2% della produzione totale netta di energia elettrica italiana; nel 2021 il dato è sceso a 14 TWh, pari al 4,3% del fabbisogno elettrico italiano, un valore che rappresenta circa il 4,9% della produzione totale netta di energia elettrica italiana.

Pertanto riteniamo che riattivare le centrali a carbone sia un'idea sbagliata che non porterà tangibili benefici sul fronte dell'approvvigionamento dell'energia ma soltanto ulteriore inquinamento a territori che sono riusciti a liberarsene dopo aver pagato un prezzo molto alto per queste presenze inquinanti e che rischia concretamente di far perdere di vista al Paese il vero obiettivo da perseguire e realizzare con urgenza, ovvero una svolta energetica che presuppone di procedere in direzione diametralmente opposta rispetto ai modelli che oggi il governo vuole propinarci.

Giulio Guerri,
consigliere comunale, capogruppo della Lista Civica Per La Nostra Città