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E' morto Giorgio Forattini, con le sue vignette e la sua satira ha raccontata l'Italia In evidenza

Ha raccontato con ironia e profondità i protagonisti e gli eventi che hanno segnato la storia del nostro Paese.

E' morto oggi, 4 novembre, a Roma, il celebre vignettista e disegnatore Giorgio Forattini. Aveva 94 anni.

Forattini, nato a Roma il 14 marzo 1931, ha vissuto una carriera longeva e ricca di riconoscimenti. La sua arte, affilata e provocatoria, ha fatto parlare per decenni e ha suscitato dibattiti non solo in Italia ma anche all'estero. Grazie alla sua penna e ai suoi disegni, ha interpretato i momenti politici più significativi con una sensibilità che combinava l'umorismo e la critica feroce.

Le sue vignette sono diventate icone della satira politica italiana. I suoi personaggi, resi con tratti inconfondibili, hanno rappresentato figure di spicco della politica, come Giulio Andreotti, Silvio Berlusconi e molti altri, con un linguaggio che mescolava pungente ironia e acuta critica sociale. La sua capacità di sintetizzare eventi complessi in immagini rapide ma efficaci lo ha reso un punto di riferimento per intere generazioni di lettori e disegnatori.

Un episodio che ha segnato la sua carriera fu la lunga collaborazione con La Repubblica, una delle principali testate con cui ha sviluppato gran parte della sua produzione. Le sue vignette, sempre graffianti ma mai banali, sono state spesso al centro di polemiche, ma mai senza provocare una riflessione, anche a costo di scontrarsi con l'establishment politico e sociale. Forattini ha sempre usato il suo talento per esprimere una visione libera e senza compromessi della realtà.

In un'intervista rilasciata in occasione del suo 90° compleanno, Forattini raccontava come per lui il disegno fosse «un racconto di libertà». Un'affermazione che rispecchia perfettamente il suo approccio alla satira, sempre indipendente e lontano da qualsiasi tipo di censura o autocensura. «Ho fatto delle vignette che hanno fatto storcere il naso a molti, ma non mi sono mai fermato», dichiarava con orgoglio, consapevole del valore della sua arte come strumento di denuncia e libertà.

Nel 2023, il suo archivio di oltre diecimila vignette è stato donato alla Triennale di Milano, un gesto che testimonia l'importanza storica del suo lavoro. La Triennale ha dedicato una mostra al suo genio creativo, che ha saputo raccontare la storia d'Italia attraverso il disegno, senza mai perdere il filo della provocazione. La sua ironia, sempre spinta da una visione critica della realtà, resterà nel cuore di chi lo ha seguito e amato.


(Foto di Alessandro Bosio)

 

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