Era nell’aria da giorni: l’accampada, i presidi, le assemblee pubbliche e i cortei dei giorni scorsi avevano solo preannunciato la risposta che da questa mattina ha preso forma in città. Circa dieci mila persone hanno attraversato La Spezia in un corteo pacifico che ha unito generazioni, idee e linguaggi condivisi, tutti rivolti dalla stessa parte, in solidarietà con il popolo palestinese e contro l’indifferenza e il commercio di armi.
La “flotta di terra della global Sumud Flotilla della Spezia” - che solo un mese fa aveva raccolto circa 70 tonnellate di cibo da spedire a Gaza - formata da circa diecimila persone, secondo le stime della Questura, ha risposto alla chiamata dello sciopero generale “blocchiamo tutto” proclamato da CGIL Nazionale. La mobilitazione in sostegno dei volontari della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, abbordati e arrestati dai militari israeliani in acque internazionali nei giorni scorsi, è stata una protesta che ha scelto il linguaggio pacifico del rispetto e della presenza. È questo che non hanno smesso di ricordare le attiviste e gli attivisti di Riconvertiamo Sea Future e Non Una di Meno La Spezia, che hanno accompagnato il corteo da questa mattina alle 9.30 fino alle 16.00 di oggi pomeriggio.
Dalle prime ore del mattino, Piazza Chiodo, ribattezzata dagli attivisti “Piazza Palestina Libera”, si è svegliata tra le tende dell’accampada già tra centinaia di persone: studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, famiglie, bambini e bambine, collettivi, sindacati, partiti, uniti dal senso di ingiustizia e dal bisogno di non restare indifferenti.
Il corteo si è mosso lungo viale Amendola, via Biassa, corso Cavour, via Chiodo, Piazza Verdi, via XX Settembre e poi giù fino a viale Italia e piazza Europa, per poi proseguire verso via Carducci ed entrare sul raccordo autostradale occupato pacificamente e scortato e gestito in piena collaborazione con le autorità. La discesa è iniziata poi dallo svincolo per Lerici, rientrando in città lungo Viale San Bartolomeo.
Non ci sono stati scontri né tensioni, è bene ribadirlo viste le preoccupazioni di molti al di fuori del corteo. Nel traffico delle auto, regolato con attenzione, i clacson hanno espresso complicità ai manifestanti, una dimostrazione che la convivenza tra diritto alla protesta e ordine pubblico è possibile, se c'è volontà reciproca, e la Spezia ha risposto positivamente anche su questo.
“Ancora una volta La Spezia c’è stata – ha commentato Luca Comiti, di CGIL provinciale di fianco al Comune della Spezia – questo governo si piega alle logiche dei porti e delle armi, ma c’è un’altra Italia. Oggi siamo stati tantissimi, migliaia e migliaia, per dimostrare che c’è un paese diverso, quello che sciopera e non accetta di essere complice del genocidio”.
La Spezia ha alzato la testa per guardarsi attorno e ha scelto di esserci, con la dignità di chi si schiera senza odio, ma con decisione e fermezza. Ai lati della strada la folla ha raccolto sempre più persone che si sono unite alla camminata: “Spezia lo sa, da che parte stare, Palestina Libera dal fiume fino al mare” è uno dei cori che hanno accompagnato tutta la giornata, condiviso con le altre piazze d’Italia e del mondo.
“Oggi in piazza ci sta chi vuole difendere l’umanità”, un’umanità che sceglie la presenza invece dell’indifferenza, e la cura invece dello scontro. Non a caso, lungo il percorso sono stati distribuiti acqua e cibo, pensati per chiunque ne avesse bisogno dai ragazzi e le ragazze che hanno scortato e gestito tutto il corteo. “Lo decide la piazza dove andare o cosa fare, perché siamo qui tutti insieme e nessuno deve restare indietro”.
Il corteo ha manifestato la volontà di riconvertire la città e renderla meno dipendente dal militare. Idee espresse già negli scorsi giorni in occasione di Sea Future, la fiera della blue economy e della difesa.
La manifestazione di oggi, infatti, non è stata un episodio isolato ma è parte di un percorso che va avanti da giorni e che “non si fermerà”.







