Nei tempi antichi spesso le comunità monastiche cristiane sorgevano e si sviluppavano nelle isole vicine, ma non collegate alla terraferma. È tuttora attiva la comunità cistercense di Lerins, una piccola isola davanti a Cannes, in Costa Azzurra, ma anche sull’isola del Tino, che con il piccolo Tinetto chiude a mezzogiorno il golfo della Spezia, furono presenti a lungo i benedettini e prima ancora visse come eremita san Venerio, che del golfo è attualmente il patrono.
Come ha ricordato mercoledì alla Spezia monsignor Paolo Cabano, intervenendo come relatore a un convegno promosso dalla “Pro Insula Tyro”, la presenza monastica su isole difficilmente accessibili era legata anche a motivi di sicurezza, essendo più difficili in quei territori l’approdo di navi corsare, in particolare saracene. Venerio chiedeva dunque idealmente pace, e pregava per questo.
Pace e accoglienza, come quella che alla Spezia testimonia ai nostri giorni la Cittadella della pace, struttura della Caritas diocesana che, a Pegazzano, ospita ed integra giovani provenienti da diverse parti del mondo, quasi sempre approdati via mare in Italia. È un’eredità del messaggio di Venerio che, in occasione della festa liturgica del santo, è stata rappresentata in modo diretto anche quest’anno. La celebrazione vigiliare nella cattedrale di Cristo Re, presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti, si è poi conclusa con la processione a mare con la statua lignea del santo, scolpita da Teofilo Raggio per incarico della “Pro Insula Tyro”. Ebbene, a portare la statua dalla cattedrale sino al mare, sono stati alcuni giovani richiedenti asilo ospiti della Cittadella di Pegazzano, di varie nazionalità, cristiani e musulmani. Tra i loro nomi c’erano diversi Mohamed, Alì, Issah, come anche Nicholas, Kenneth, Peter: quasi un simbolo vivente di pace e di integrazione.
Poco prima del resto, in Cristo Re, l’assemblea si era unita nell’invito a pregare per la pace, raccogliendo l’indicazione del papa. La statua, con la reliquia donata a suo tempo dalla diocesi di Reggio Emilia, dove il corpo del santo è sepolto, è stata portata via mare a Porto Venere e ieri poi all’isola del Tino, per la celebrazione sul piazzale della Vela dove il vescovo ha celebrato la Messa della festa. A mezzogiorno monsignor Palletti ha poi impartito la benedizione alle imbarcazioni radunatesi nei pressi dell’isola. Oggi, domenica 14 settembre, al Tino potranno recarsi fedeli e visitatori, ma soltanto coloro che hanno prenotato per tempo. Gli accessi restano infatti sempre limitati per motivi di sicurezza, e la Navigazione Golfo dei poeti ha reso noto di aver esaurito i biglietti già nei giorni scorsi.
(Egidio Banti)







