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Cirillo: "Sanità spezzina al collasso"

Il PCI chiede interventi urgenti.

La sanità spezzina è in una crisi profonda.

L’Ospedale Sant’Andrea, unico presidio ospedaliero nel territorio, è diventato il simbolo di una sanità pubblica lasciata a sé stessa. Tra aggressioni al personale, server in tilt, liste d’attesa infinite e prefabbricati temporanei al posto di strutture adeguate, la situazione è diventata insostenibile sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari.

Il Pronto Soccorso del Sant’Andrea opera in condizioni estreme. I tempi di attesa per un codice verde o bianco superano spesso le 6-8 ore. Mancano letti, mancano medici, manca un’organizzazione efficiente.

Gli episodi di aggressione avvenuti all’interno del Pronto Soccorso sono in aumento, l’anno scorso sono stati 78 gli episodi di violenza, 64 verbali e 14 fisici. Dall’inizio dell’anno sono già stati registrati 14 episodi di aggressione verbale. Medici, infermieri e operatori sanitari lavorano in un clima di tensione costante, troppo spesso bersaglio della frustrazione dei pazienti.

Manca un presidio fisso delle Forze dell’Ordine e le misure di sicurezza sono inadeguate così come i tempi di attesa inaccettabili per i pazienti che potrebbero essere ridotti con un personale in numero adeguato per far fronte alle richieste dei cittadini

Episodi di grave malfunzionamento dei server hanno bloccato referti, prenotazioni, esami e persino l’accesso alle cartelle cliniche. Una paralisi informatica che ha ulteriormente rallentato un sistema già allo stremo. In un’epoca di transizione digitale, la Liguria resta indietro, con strutture obsolete e investimenti inadeguati.

Risulta profondamente inadeguata anche la risposta tampone trovata per i reparti di Neurologia e Psichiatria. La costruzione di due prefabbricati per ospitare temporaneamente i due reparti infatti è la cartina tornasole della situazione. Soluzioni provvisorie che rischiano di diventare permanenti, mentre l’ospedale resta privo di spazi adeguati. Una pezza messa su una falla profonda, che mette in discussione la qualità e la dignità delle cure che deve fare i conti anche con la grave carenza di posti letto che è drammaticamente insufficiente per il bacino d’utenza di riferimento.

Il personale è sottodimensionato e spesso costretto a turni massacranti. Medici e infermieri faticano a garantire un’assistenza continuativa e di qualità. Le assunzioni promesse sono parziali o assenti e molti professionisti scelgono di lasciare il servizio pubblico.

Per capire di cosa stiamo parlando basta analizzare i numeri dei medici in ASL 5: in ospedale su 35 medici previsti ne mancano 17, al PS del Sant’Andrea solo 3 Dirigenti Medici su 12 posti. Mancano inoltre 1000 tra Medici e infermieri in tutta la provincia. ASL 5 risulta ultima tra le province liguri come rapporto tra operatori sanitari e popolazione che è di 1 ogni 94 abitanti rispetto a 1/60 di Savona e 1/ 75 di Imperia.

Cosa dire poi della promessa tradita: il nuovo ospedale al Felettino?

Il nuovo ospedale al Felettino, annunciato da anni, doveva essere il fiore all’occhiello della sanità spezzina. Sono passati 32 anni da quando l’allora sindaco Montefiori presentò il primo plastico in Sala Consiliare, ma, ad oggi, resta un cantiere fermo e un simbolo delle promesse non mantenute dalla Regione Liguria, da Biasotti a Bucci passando da Burlando e Toti. L’ospedale doveva essere pronto entro il 2023. La Regione aveva predisposto un canone di circa 16 milioni all’anno per i prossimi 25 anni al gestore privato. Anche su questo fatto ci sarebbe da obbiettare.

Siamo nel 2025 e la fine dei lavori sembra ancora lontana, persa nei contenziosi tra Regione e ditte appaltatrici. Intanto, La Spezia continua a dipendere da una sola struttura, fatiscente e sovraccarica. Nessuna tempistica concreta, nessun finanziamento certo: rimane simbolo di promesse non mantenute.

La sanità pubblica spezzina sta vivendo una delle sue pagine più difficili. Servono investimenti veri, assunzioni urgenti, una nuova governance e soprattutto rispetto per cittadini e operatori. Dopo anni di segnalazioni e tensioni, il sindaco Pierluigi Peracchini perso dai suoi tagli di nastri, risulta completamente assente in questa emergenza sanitaria: nessuna iniziativa degna di nota, nessuna pressione reale verso la Regione o l’ASL 5: Il suo disinteresse alla salute dei cittadini ha dell’incredibile, rimarca il vuoto politico che accompagna la crisi locale.

L’ AGENAS, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ente pubblico italiano che opera in collaborazione con il Ministero della Salute e le Regioni per supportare il miglioramento della qualità, efficienza e sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ci colloca come unico fanalino di coda nel Nord Italia e tra le peggio d’Italia: tra le 30 ASL peggiori, peggiore del Nord e tra le 3 peggiori nelle aree sotto i 250.000 abitanti, al terzultimo posto in Italia, segnalata per “gravissima carenza di medici di base, pediatri e guardia medica”

Tutto ciò avviene mentre il sindaco resta in silenzio e la Regione Liguria accumula ritardi e promesse non mantenute. Serve un piano d’emergenza immediato: posti letto, assunzioni strutturali, accelerazione del progetto Felettino, rafforzamento della medicina territoriale.

Il tempo delle promesse è finito. È ora che la Regione Liguria prenda atto della gravità della situazione e intervenga con serietà, prima che il sistema collassi definitivamente.

Franco Cirillo
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Segreteria regionale Liguria
Dipartimento Sanità e Stato Sociale

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