C’è chi sceglie Venezia, affittandola per intero, e chi preferisce un piccolo borgo dell’entroterra spezzino, dove il tempo sembra essersi fermato. Due mondi apparentemente lontani, ma uniti da un filo comune: l’amore che si fa gesto, rito e radice. È così che la storia del matrimonio da sogno di Julie Kennedy e Mark Kelly, due giovani irlandesi, a Casté, si affianca — con eleganza e autenticità — al celebre caso di Besos, il magnate che, per sposare la sua compagna, ha voluto “prenotare tutta Venezia”.
Ma mentre in laguna l’evento è diventato spettacolo, a Casté si è fatto silenzio, intimità e verità.
Lui architetto, lei insegnante, due figli, Adam e Meabh, una coppia irlandese di Dublino, che negli anni ha scelto Casté come meta privilegiata delle proprie vacanze. Un luogo che ha saputo conquistarli tanto da diventare — pare — il luogo in cui hanno concepito il loro primo figlio. Lì sono tornati diverse volte, finché nel 2024, complici alcuni abitanti del paese, lui ha deciso di trasformare il borgo nel teatro della sua proposta di matrimonio: un trio d’archi, una cena nella corte del paese, e l’anello offerto in ginocchio tra le pietre antiche e il cielo spezzino.
Un anno dopo, il 3 luglio 2025, la promessa è diventata realtà. Gli sposi sono tornati a Casté con i loro due figli e una cinquantina di invitati, tutti arrivati dall’Irlanda. Hanno occupato ogni struttura ricettiva del borgo, da Corte Paganini, a Casté Relax, Sunrise , Caste’ Style, la Casa di Rosetta, La Locanda del Podestà, affidandosi a realtà locali per ogni dettaglio: dall’organizzazione del matrimonio, ai fiori e il vino, dalla cena ai gelati. Un matrimonio a chilometro zero, dove la provincia spezzina è stata protagonista indiscussa.
La cena? Ravioli, paccheri, grigliata mista e verdure, accompagnati da Vermentino dell’entroterra spezzino e vini delle Cinque Terre. Unico “strappo alla regola” la birra irlandese, in questo caso anche un valore simbolico per suggellare questa magica unione tra due Paesi. E infine, al posto della torta nuziale, un’idea fresca e fuori dagli schemi: una Fiat 500 vintage della Gelateria Lino trasformata in gelateria ambulante, per servire gelato artigianale in cono o coppetta a tutti gli invitati. E prima ancora, un aperitivo sotto il sole di luglio, sempre a base di prodotti locali.
E mentre Besos portava a Venezia lo scintillio dei grandi eventi e il glamour internazionale, questi due sposi hanno portato a Casté qualcosa di forse ancor più raro: la scelta consapevole di legare un momento irripetibile a un luogo che ha saputo accoglierli senza clamore, con la grazia delle cose vere.
Casté, con le sue vie strette, il silenzio che racconta storie, e l’abbraccio della natura, si è rivelato il palcoscenico perfetto per un amore che ha scelto la sostanza alla spettacolarizzazione, la comunità alla folla, l’intimità alla vetrina. Un piccolo borgo che, per un giorno, ha contenuto un intero mondo.
Perché in fondo, che si tratti di prenotare Venezia o di far battere il cuore di Casté, il gesto è lo stesso: dire “ti amo” anche attraverso un luogo. Ma c’è una differenza sottile e preziosa. Mentre a Venezia si è affacciato il clamore, a Casté ha fatto ritorno un amore intimo.
E forse, per chi c’era, non è stato un matrimonio “minore”, ma il più grande spettacolo possibile: quello della vita vera.
Foto di copertina: Gianluca Ghinolfi