Si rinnova anche quest’anno l’atteso appuntamento con la Sagra del Batiston, conosciuta da tutti come Fiera di San Giovanni, che anima il quartiere di Migliarina con il consueto clima di festa popolare e l’immancabile falò del Batiston, in programma nel piazzale antistante la chiesa.
Le origini: Re Carlevà e la satira del popolo
Ma chi è davvero il Batiston, e perché viene bruciato il suo fantoccio? Per rispondere a questa domanda occorre fare un salto indietro nel tempo, fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando prendeva vita il Carnevale spezzino.
In quegli anni, i quartieri della Spezia erano soliti ritrovarsi in piazza per sfilate carnevalesche animate da carri e maschere. Al centro di tutto c’era Re Carlevà, figura simbolica del potere, bersaglio di canzoni satiriche e lazzi popolari. La sua sfilata si concludeva in un gesto scenico e liberatorio: il rogo, spesso sulla marina, che segnava la fine dell'inverno e dell'oppressione simbolica.
Prima della sua "morte", Re Carlevà lasciava alla cittadinanza un testamento ironico e moraleggiante, pieno di consigli grotteschi e osservazioni sul costume dell’epoca. Era un modo per parlare dei mali della società con il sorriso, in pieno spirito carnevalesco.
Il Batiston: maschera popolare e anima dello spezzino
Proprio da questa tradizione prende vita la figura del Batiston, che si presenta al popolo come nuovo re, genero di Carlevà dopo aver sposato sua figlia, la mitica Maia. La sua maschera è fortemente legata al territorio: rappresenta lo spezzino verace, arguto, sarcastico, a volte brontolone (o, come si dice in dialetto, “mugugnone”), ma anche schietto e autentico.
Dietro il Batiston si nasconde un personaggio reale, ben conosciuto dal popolo, diventato simbolo delle virtù (e dei difetti) della gente spezzina.
Il rito del fuoco: il falò che segna l’inizio dell’estate
Alla Fiera di San Giovanni, che si svolge tradizionalmente attorno al 24 giugno, si celebra la bruciatura del fantoccio di Batiston, un gesto carico di significati simbolici. Come suo suocero Re Carlevà, anche lui finisce nel fuoco, a simboleggiare la fine dei mali, delle preoccupazioni e dell’inverno. Un rito collettivo che sancisce l’arrivo dell’estate, iniziata ufficialmente il 20 giugno.
L’appuntamento con la Sagra non è solo folklore, ma un’occasione per riaffermare l’identità e la memoria popolare, attraverso il sorriso e l’ironia. Il Batiston brucia, ma con lui si rinnova ogni anno lo spirito comunitario di Migliarina e dell’intera città.