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"Ali di Legno" e "Io, il mio corpo": due progetti artistici sulla rinascita alla Villa romana del Varignano In evidenza

di Anna Mori - Una narrazione che ha colpito nel profondo, grazie alla potente combinazione di immagini, suoni e suggestioni archeologiche.

Domenica 22 giugno, dopo la visita guidata al sito archeologico e al museo, ha preso il via un evento unico, ospitato in due spazi emblematici della Villa romana del Varignano: il vecchio frantoio e la cisterna, quest’ultima scelta per “immergersi nelle profondità dell’animo”.

Due progetti fotografici hanno dialogato tra loro, in comune il tema della rinascita: “Ali di Legno” e “Io, il mio corpo”.

Ali di Legno: la rinascita in immagini

“Ali di Legno”, ideato da Gabriella Alibani, Alessandro Cialdini e Paola Lenzi, rappresenta visivamente il percorso interiore di rinascita: le stampelle o strumenti in legno, inizialmente associati a fragilità e ostacolo, diventano simboli di supporto, forza e leggerezza. In parole semplici: “la pesantezza del legno diventa leggerezza, diventano ali per volare”.

Il progetto è nato per raccontare la riconquista della forza dopo la difficoltà: un “grido silenzioso” di resilienza capace di trasformare il dolore in bellezza.

Io, il mio corpo: il corpo come linguaggio di rinascita

“Io, il mio corpo” di Paolo Zavanella incentra la ricerca dell'autore sul corpo umano e sulla sua capacità di trasformare paura, debolezza e fragilità in una dimensione estetica nuova, dove l’ostacolo viene reinterpretato in un’ottica di rinascita.

Un racconto multisensoriale

Dall'unione dei due progetti è nato un racconto multisensoriale, arricchito da contributi artistici: il violino di Giampiero Cocconi ha accompagnato le danze di Emanuela Cristofaro, che ha interagito con le immagini incarnando visivamente la trasformazione dal peso alla leggerezza. Infine, l'attrice Fabrizia Fazi ha recitato poesie di Maurizia Del Bello, aggiungendo profondità emotiva al tema della rinascita.

L’evento ha suscitato forte partecipazione: il pubblico, numeroso, è sembrato profondamente coinvolto dal dialogo tra fotografia, movimento e parole. Una narrazione che ha colpito nel profondo, grazie alla potente combinazione di immagini, suoni e suggestioni archeologiche.

La cornice: la Villa romana del Varignano

Elemento fondamentale che ha contribuito al successo dell'evento sono stati anche gli ambienti suggestivi della Villa romana del Varignano, che si sono trasformati in un ponte tra passato e presente.

Risalente al I secolo a.C., la villa fu una residenza patrizia con annesso frantoio per la produzione dell’olio. Gli scavi hanno restituito mosaici, cisterne, ambienti termali e oggetti della vita quotidiana. Grazie ai recenti interventi del Ministero della Cultura, il sito è oggi valorizzato con percorsi immersivi, audio-guide e spazi museali che ne raccontano la lunga storia.

Gli organizzatori vogliono rivolgere un sentito ringraziamento a Elisabetta Cesari, per aver presentato l'evento, e al personale della Villa romana del Varignano per l'accoglienza.

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