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Al Parco delle Clarisse sarà possibile nuovamente assistere al restauro di alcune epigrafi In evidenza

Erano custodite nei depositi del Museo Civico.

Mercoledì 11 giugno alle ore 10.00, il Parco delle Clarisse (via XX Settembre) si trasforma in un cantiere a cielo aperto durante i lavori di pulitura e restauro di cinque epigrafi marmoree ricollocate a seguito dell'inaugurazione dell'area dei resti del Convento delle Clarisse e della Chiesa di Santa Cecilia che ha restituito alla cittadinanza un'altra parte del tessuto urbano fra i più antichi della Spezia.

Il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini dichiara: "Mostrare alla cittadinanza le nuove epigrafi marmoree e il recinto dell'albero della libertà durante i lavori di restauro significa offrire a tutti l'opportunità di avvicinarsi concretamente alla nostra storia e al patrimonio custodito al Parco delle Clarisse, un luogo che l'Amministrazione ha riqualificato e restituito recentemente alla comunità grazie al progetto "La Spezia Forte". Non si tratta solo di un intervento conservativo, ma anche un'occasione di partecipazione che conferma l'impegno dell'Amministrazione nel rinnovamento e nella cura di reperti storici molto importanti tornati alla luce grazie ai progetti di recupero. Ringrazio il direttore del Museo Civico "Amedeo Lia" Andrea Marmori e il restauratore Matteo Caropreso per il grande lavoro che stanno portando avanti insieme all'Amministrazione comunale".

Durante la visita al Parco delle Clarisse a cura di Giacomo Paolicchi, conservatore del Museo Civico Etnografico "Giovanni Podenzana" sarà possibile assistere al lavoro di restauro, a cura di Matteo Caropreso, tutt'ora in corso delle cinque epigrafi marmoree che provenivano dal convento e dalla chiesa e che erano custodite nei depositi del Museo Civico.

Nel corso della visita, sarà possibile ammirare, sempre nell'area delle Clarisse, alcuni pezzi superstiti del recinto dell'albero della libertà: frutto della rivoluzione francese esso era una vera e propria pianta vegetale (a volte solo asta o palo di legno) decorato con nastri tricolori, bandiere e incoronato col berretto frigio rosso. L'albero costituiva il fulcro di cerimonie civili: giuramento dei magistrati, falò di diplomi nobiliari e anche per festeggiamenti rivoluzionari.

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