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Strade provinciali, Peracchini contro i tagli: «Paghiamo ancora gli effetti della riforma del 2014» In evidenza

Il Presidente della Provincia della Spezia denuncia la mancanza di risorse per la manutenzione: «Serve un'azione unitaria, ma non dimentichiamo chi ha messo le Province in ginocchio»

"In questi anni la Provincia della Spezia, attingendo ad ogni risorsa disponibile, lavorando in stretta sinergia con la Regione, ha garantito interventi ordinari e straordinari sugli oltre 550 chilometri di strade di propria competenza, il tutto facendo investimenti che derivano da fonti di finanziamento esterno perché dall'assurda riforma del 2014 voluta dal governo Renzi e dalla sinistra questi enti non hanno più una propria autonomia di bilancio, non hanno più le risorse necessarie a garantire i compiti che gli competono.

Deve essere chiaro che la prima responsabilità, anche della situazione attuale, arriva da quella scelta assurda e dannosa, infatti se oggi dobbiamo sperare in fondi esterni per le attività ordinarie lo dobbiamo a chi ci ha portato in questa condizione. - commenta il Presidente Pierluigi Peracchini.

Come Presidente della Provincia della Spezia, come Coordinatore Upi Liguria, ma anche come Presidente di Anci Liguria, ho da subito evidenziato, sia in chiave nazionale che locale, le problematiche che derivano dal taglio ai fondi ministeriali destinati alla manutenzione delle strade provinciali. A livello di Unione delle Province Italiane ci siamo attivati in modo concreto verso il Governo per aprire un tavolo di confronto per risolvere quella che è una problematica che investe tutto il Paese e che ci tocca direttamente come Province e Comuni. Nello spezzino i nostri cantieri sono comunque tutti aperti, stiamo portando avanti gli impegni per la messa in sicurezza delle strade.

In questi giorni stiamo realizzando, come enti, una schedatura puntuale degli interventi che le singole amministrazioni hanno realizzato con quel tipo di fondi e quali opere erano state programmate. Il tutto come un unico soggetto nazionale coordinato e unitario. Trasformare questa azione, che ha una sua forza proprio perché arriva da soggetti che amministrano e rappresentano i territori, in un'occasione di sterile polemica politica, portandola su di un piano di scontro per farsi un po' di pubblicità, dimenticandosi di chi sono le prime responsabilità della condizione in cui versano le Province post riforma, è solo una speculazione fatta di inutili prese di posizione, meramente di facciata, e di accuse che non corrispondono alla verità.

Oggi le Province, tutte assieme, e noi presidenti, personalmente anche nei ruoli che ricopro a livello regionale e nazionale, stiamo lavorando per non perdere risorse indispensabili, ma non dimentichiamo che si tratta sempre di fondi straordinari che coprono solo in parte le necessità dei territori e la capacità di spesa delle Province che dal 2014 sono state devastate. Questa è una responsabilità di altri dovrebbero assumersi le colpe".

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