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Il Menhir del Diavolo, tra storia e leggenda In evidenza

 La pietra venne scoperta e studiata nel 1922 da Ubaldo Mazzini, che la collocò dal  punto di vista temporale nel periodo Neolitico.

Un’antica storia tramanda che, in una notte remota, alcuni viandanti, stremati dal lungo cammino, accesero un fuoco accanto a un imponente masso situato sulle alture sopra le Cinque Terre, cercando riparo dal gelido vento notturno.

Mentre cercavano conforto, notarono una giovane donna che, in modo inspiegabile, non riusciva a smettere di danzare. Ma proprio l’ultima, violenta folata di vento segnò il loro destino. Il buio li avvolse e davanti a loro si manifestò qualcosa di ancora più inquietante, una creatura mostruosa, Lucifero, che li scaccio perché avevano invaso la sua dimora.

Quel misterioso masso, dove i viaggiatori avevano trovato rifugio, è ancora oggi visibile lungo il percorso della Palestra nel Verde, nel percorso per Schiara e Monesteroli. Si tratta di un’enorme roccia in arenaria, alta circa due metri e mezzo, dal peso di quattro tonnellate, con evidenti segni di sagomatura alla base e sulla sommità, e nota come "La Pietra del Diavolo". Il Menhir fu scoperto dallo storico spezzino Ubaldo Mazzini nel 1922, che lo collocò dal punto di vista temporale nel periodo Neolitico. Questo monolite fa parte di un antico complesso di menhir presenti nella zona di Tramonti, che originariamente comprendeva tre formazioni: Monte Capri (sopra Volastra), Tramonti e Monte della Madonna.

Accanto al menhir si trovano inoltre due pietre particolari: una presenta un foro circolare, mentre l’altra è caratterizzata da un’apertura rettangolare. Questi elementi rafforzano l’ipotesi che il sito fosse utilizzato per antichi riti e cerimonie, avvalorata anche dal fatto che in occasione del solstizio d'estate, la pietra proietta la sua ombra al centro esatto del muretto a secco eretto di fronte al menhir stesso. La zona del Menhir, inoltre, è anche caratterizzata da anomalie magnetiche.

Si racconta che l’estremità occidentale del Golfo fosse considerata il confine ultimo del mondo dei vivi. Da qui, secondo la leggenda, le anime dei defunti intraprendevano il viaggio verso l’ isola dei beati, identificata con la Corsica, visibile all’orizzonte del mare. Durante il solstizio d’estate, si narra che si potessero incontrare le anime dei defunti.

Il menhir di Tramonti sarebbe dunque stato un antico punto di riferimento per guidare le anime lungo il loro cammino verso l’aldilà.


(Foto di Roberto Cacopardo)

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