E' stato particolarmente seguito e apprezzato dal Propeller dei Porti della Spezia e di Marina di Carrara il “Focus sulla Divisione Militare di Fincantieri e sul Cantiere Integrato” sviluppato dal suo Direttore generale Dario Deste. Lo è stato anche per la forte territorialità di questo polo della difesa concentrato in Liguria con i due cantieri di Muggiano e di Riva Trigoso, un polo che gestisce un robusto portafoglio di ordini che assicurerà un carico di lavoro e un consistente piano di assunzioni per i prossimi cinque anni. Ma lo è stato anche perché si tratta di una eccellenza italiana globale con tre cantieri negli Stati Uniti e presenze in Estremo e in Medio Oriente, “impegnata nell’essere sempre un passo avanti nelle soluzioni tecnologiche da far valere nei mercati internazionali”.
La narrazione di Dario Deste, introdotto al Terminal crociere, dal Presidente del Club Gian Luca Agostinelli, presente il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, non ha tralasciato nessun aspetto di una Divisione che si è data quella visione strategica che le permette una navigazione con il vento in poppa grazie anche alla fondamentale partnership con la Marina Militare Italiana che di recente permesso l’assegnazione di due sue unità alla Marina dell’Indonesia.
E ha fatto ricorso anche ad aneddoti Deste per spiegare il valore aggiunto del Gruppo diventato il primo costruttore navale europeo. A fare la differenza sono stati i progetti della piattaforma Fremm, programma italo-francese, che ha però assegnato alle navi italiane il successo speso poi negli Stati Uniti dove Fincantieri ha tre cantieri navali, due nel Wisconsin e uno in Florida, che stanno costruendo le fregate “Constellation” per la US Navy.
"E’ la prima volta – ha sottolineato Deste dall’alto dei suoi 17 anni in Fincantieri - che un costruttore non Usa partecipa al rinnovamento della sua flotta. E anche qui l’Italia fa la differenza perché le navi made in Italy piacciono. Deste ha raccontato la visita anni fa del presidente durante la quale i manager americani chiesero di non esporli a una brutta figura con Trump rimasto colpito dalle navi italiani giudicate più belle di quelle Usa".
Per Trump infatti – ha raccontato Deste – “una cosa per funzionare deve essere bella”.
Al netto della combinazione di tecnologia e estetica, Fincantieri propone modelli di business di collaborazioni internazionali non per le Marine di grandi nazioni che provvedono da sole ai loro armamenti, ma per i Paesi che non hanno grandi forze armate, per dotarle di unità e per assisterle, dai service all’addestramento del personale, al trasferimento delle tecnologie. Ed è qui che Salvatore Avena ha posto il quesito sul trasferimento di tecnologie. Che sì le trasferiamo – ha risposto Deste – perché oggi si possono acquisire ovunque. Anche sulle guerre Dario Deste non ha mancato di stupire quando ha detto che gli Stati in conflitto, contrariamente a quello che si pensa, non agevolano la costruzione di navi, richieste invece di più in funzione della sicurezza delle Nazioni sul mare che, sopra e sotto, diventato centrale per la geopolitica.
Un’ultima considerazione è stata sulla propulsione nucleare delle navi che avendo costi elevatissimi non è adottabile. Un discorso diverso è oggi possibile fare sulla adozione dei mini reattori.
Al meeting mensile del Propeller ha partecipato anche padre Emanuele del convento di Gaggiola che ha raccontato l’opera dei frati a favore dei poveri attraverso le due mense in città e un’assistenza non solo materiale, con Fincantieri tra i suoi più sensibili sostenitori.
Il Presidente del Club Gian Luca Agostinelli ha dato infine comunicazione della partecipazione di Giacomo Erario e Andrea Laviosa alla prima riunione costitutiva di un coordinamento nazionale del Propeller Giovani come auspicato dal Presidente Umberto Masucci.