Questa pubblicazione ha come obiettivo quello di fotografare e analizzare i dati del mercato del lavoro nella nostra provincia nel mese di aprile.
Numeri che danno il senso della direzione di marcia del nostro tessuto provinciale e tracciano in maniera puntuale l’identikit dei profili e il livello di formazione necessari ad intercettare una domanda di personale che aumenta in maniera costante.
Nel cuore della Liguria, il mercato del lavoro della provincia della Spezia affronta una nuova fase. Secondo il report Excelsior di Unioncamere e ANPAL, ad aprile 2025 le imprese spezzine programmano meno assunzioni rispetto allo scorso anno, ma si fanno più selettive nella ricerca dei profili. I dati rivelano tanto le esigenze occupazionali quanto le crescenti difficoltà di reperimento che il sistema economico locale si trova ad affrontare.
Un quadro in contrazione, i numeri delle assunzioni
Nel mese di aprile 2025, le entrate programmate dalle imprese spezzine sono 2.410, in calo del 13,9% rispetto ad aprile 2024. Su base trimestrale, per il periodo aprile–giugno 2025, le entrate previste ammontano a 7.370, anch’esse in calo del 5,3% rispetto al trimestre corrispondente dell’anno precedente.
Nel confronto più ampio, si evidenziano anche 13.400 entrate previste in Liguria nello stesso mese, 460.000 a livello nazionale.
Se prendiamo come riferimento il focus settoriale vediamo che domina il turismo e reggono i servizi alle imprese.
Il settore dei servizi assorbe la maggior parte della domanda di lavoro: 44,3% delle entrate si concentrano in alloggio, ristorazione e turismo, 16,9% nei servizi alle imprese, 15,7% nella manifattura e public utilities, mentre il settore costruzioni e commercio si attestano rispettivamente al 6,2% e al 10,7%.
Le imprese cosa cercano? I profili più richiesti secondo la rilevazione Excelsior sono:
Esercenti e addetti alla ristorazione (770 entrate),
personale non qualificato nei servizi di pulizia (350), addetti alle vendite (190).
Dal punto di vista delle famiglie professionali:
il 43% delle entrate è rappresentato da profili commerciali e dei servizi, seguono operai specializzati e conduttori impianti (22%), profili generici (22%), tecnici (8%) e infine dirigenti (5%).
Il nodo delle difficoltà di reperimento è rappresentato
dal dato che indica che il 35,5% delle figure ricercate è difficile da reperire, in particolare:
per mancanza di candidati (21,6%), e per preparazione inadeguata (12,1%).
Le maggiori criticità si registrano per: Tecnici dei rapporti con i mercati, addetti alla sicurezza, operai manutentori elettrici/elettronici e personale agricolo non qualificato.
Formazione e titoli di studio, dove si cerca e dove si fatica: solo il 5,4% delle entrate riguarda laureati, con l’indirizzo economico come il più richiesto ma anche il più difficile da trovare (56,3%).
A livello secondario, domina il settore turismo e quello della enogastronomia, mentre meccanica, meccatronica ed energia segna il più alto tasso di irreperibilità (69,4%).
Tra i diplomi professionali, spiccano le qualifiche in ristorazione e impianti elettrici, con quest’ultimo che registra un tasso critico di reperimento dell’87,2%.
Il mercato del lavoro spezzino nel 2025 appare in flessione nei numeri, ma non nell’intensità della domanda. Le imprese cercano competenze precise e formazione mirata, mentre la sfida più grande resta colmare il divario tra offerta formativa e bisogni reali. Per i giovani e per chi è in cerca di nuova occupazione, il messaggio è chiaro: investire in specializzazione e flessibilità è la chiave per entrare nei settori più dinamici del territorio.