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"Per ripartire servono prestiti pari al 25% del proprio fatturato" In evidenza

Gianluca Tinfena illustra la proposta di Italia Viva a sostegno di liberi professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori e società.

"Liquidità per le attività economiche italiane e anche del nostro territorio spezzino. L'emergenza sanitaria ha assoluta priorità, ma altrettanta attenzione va riservata a quella economica sostenendo il nostro tessuto produttivo, le imprese soprattutto quelle più piccole, più fragili che rappresentano il motore della nostra economia - spiega Gianluca Tinfena, coordinatore provinciale di Italia Viva - In queste ore decisive nelle quali il governo sta predisponendo un nuovo decreto di aiuti per famiglie e aziende, è fondamentale dare subito risposta al bisogno primario di ogni attività, soprattutto quelle più piccole: la possibilità di attivare prestiti bancari immediati interamente garantiti dallo Stato".

"La nostra proposta - spiega il coordinatore di Italia Viva - prevede che liberi professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori individuali e società fino a 50 milioni di fatturato possano fare domanda ad una banca chiedendo ognuno di avere il 25% del proprio fatturato del 2019. La banca eroga il prestito velocemente, senza burocrazia e senza controlli di rating grazie alla garanzia statale al 100%. L'importo viene restituito in 100 rate a partire dal gennaio 2022 con interessi a carico dello Stato. Per le attività nate negli ultimi 12-18 mesi, si può prendere a riferimento come parametro aggiuntivo quello del costo del lavoro. In questo modo l'impresa e il professionista riprendono a lavorare in sicurezza e possono pagare fornitori per acquisti e investimenti, dipendenti e collaboratori".

La proposta di Italia Viva spiega nel dettaglio che per arrivare a movimentare una cifra sufficiente a sostenere le Partite IVA e le PMI con fatturato fino a 50 milioni, lo Stato deve intervenire con uno stanziamento da 33 miliardi di euro (circa 2 punti percentuali di PIL): 33 miliardi di euro infatti consentono garanzie per 412,5 miliardi di euro. Un intervento che si renderebbe possibile anche dall'allentamento delle norme europee sugli impegni di bilancio.

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