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Malgrate, dai longobardi ai Malaspina: storia di un borgo lunigianese In evidenza

di Anna Mori - Dalle origini altomedievali alla potenza dei marchesi di Lunigiana, un viaggio tra toponimi, torri e memorie feudali.

Chi attraversa la Lunigiana con lo sguardo rivolto ai colli, non può non notare la possente torre cilindrica che si erge sopra Malgrate. Da secoli, questa sentinella di pietra veglia sulla valle del Bagnone, riflettendo la lunga storia di un territorio che ha conosciuto dominazioni, guerre e alleanze. Il borgo, oggi parte del comune di Villafranca in Lunigiana, è una delle testimonianze più autentiche dell’eredità dei Malaspina, ma le sue origini sembrano affondare in un tempo ancora più remoto, forse fino all’età longobarda.

Un toponimo di origine longobarda?

Il nome Malgrate merita una riflessione a parte, il toponimo nasconde infatti una stratificazione linguistica antica. Il suffisso “-ate”, molto diffuso nell’Italia settentrionale, è tipico dei toponimi longobardi o franco-longobardi, che derivano da nomi personali germanici a cui si aggiungeva il suffisso collettivo o locativo -ate (come in Locate, Gornate). Inoltre in provincia di Lecco troviamo un altro luogo che si chiama Malgrate.
Il primo elemento “Malgr” potrebbe rimandare a un antroponimo germanico come Malger o Maldger, testimoniato in vari documenti altomedievali dell’Italia padana. Da Malgerate, “luogo appartenente a Malger”, potrebbe essere derivato nel tempo Malgrate.
Questa ipotesi, coerente con la presenza longobarda in Lunigiana tra VII e IX secolo, trova sostegno anche nella geografia linguistica della regione: numerosi centri lunigianesi presentano toponimi di origine germanica o derivati da antichi fondi rurali longobardi. Malgrate potrebbe dunque rappresentare la continuità di un piccolo insediamento militare o curtense sorto in epoca altomedievale e successivamente inglobato nel sistema feudale obertengo.

Dalla marca obertenga ai marchesi Malaspina

Per comprendere la storia del borgo, bisogna risalire alle origini del potere feudale in Lunigiana. Nel X secolo, il conte Oberto I, nobile di stirpe longobarda, divenne conte palatino e marchese della Liguria orientale: un titolo che gli conferì autorità su vasti territori, da Luni a Tortona. Da lui discese il ceppo obertengo, da cui nel XII secolo nacquero i Malaspina, signori della Lunigiana.

I Malaspina, secondo il diritto longobardo che ancora osservavano, dividevano i feudi tra tutti i figli maschi. Tale consuetudine, pur preservando il principio dell’uguaglianza familiare, generò la frammentazione dei loro domini.
Nel 1221, due secoli dopo Oberto, i marchesi Corrado e Opizzino Malaspina divisero definitivamente i possedimenti: Corrado diede origine al ramo dello Spino Secco, con giurisdizione sulla Lunigiana occidentale e la Val Trebbia; Opizzino fondò invece il ramo dello Spino Fiorito, signore della Lunigiana orientale e della Val Staffora.

Il borgo di Malgrate sorse tra il secondo e il terzo decennio del XIV secolo, per iniziativa del marchese Niccolò I Malaspina di Filattiera, discendente dello Spino Secco. Nel 1351, la divisione tra i suoi cinque figli sancì la nascita del feudo di Malgrate, comprendente anche i borghi di Filetto, Orturano, Irola e Mocrone, affidato al figlio Bernabò Malaspina.
È a questo periodo che risale la costruzione o l’ampliamento del castello, centro politico e simbolico del nuovo dominio.

Tuttavia, documenti anteriori attestano che sulla collina di Malgrate esistevano già nel XII secolo strutture murate: segno di una preesistenza fortificata, forse di origine longobarda, o proprio obertenga, poi inglobata nel complesso malaspiniano. L’ubicazione, a controllo della valle del Bagnone e delle vie per la Garfagnana e la Cisa, conferiva al sito un’importanza strategica di prim’ordine.

La torre circolare: una sentinella longobarda?

Il cuore del castello è la sua torre cilindrica, alta oltre venticinque metri, tra le più imponenti della Lunigiana. Costruita in pietra arenaria, con sei piani voltati collegati da botole e scale retrattili, rappresenta una tipologia architettonica più arcaica rispetto alle torri quadrate dei secoli successivi.
Gli studiosi ipotizzano che la torre possa risalire al XII secolo, ma alcuni indizi — la forma circolare, la tecnica muraria e la posizione dominante isolata — fanno pensare a origini ancora più antiche, forse longobarde. In epoca altomedievale, infatti, i Longobardi utilizzavano torri cilindriche come presidi militari o punti di controllo dei confini curtense. È possibile che la torre di Malgrate sia stata costruita su un precedente castrum longobardo, poi ampliato dai Malaspina nel Trecento.

Tra guerre e alleanze

La storia di Malgrate, come quella di molti feudi lunigianesi, è un susseguirsi di alleanze mutevoli e guerre. I Malaspina di Bernabò governarono per oltre due secoli, alternando fasi di quiete a periodi di tensione con Firenze e Milano.
Durante le guerre del XV secolo tra Filippo Maria Visconti, duca di Milano, e la Repubblica di Firenze, i Malaspina di Malgrate, inizialmente alleati dei fiorentini, passarono improvvisamente al campo milanese. Firenze reagì con durezza: nel 1430, sostenuta dalla popolazione ribelle al marchesato, occupò il castello di Malgrate per tre anni. La pace di Ferrara (1433) restituì il feudo ai Malaspina, ma nel 1445 le truppe viscontee si vendicarono, assaltando e distruggendo le fortificazioni.

Nei secoli successivi, la dinastia entrò in un lento declino. Nel 1615 Cesare II Malaspina, privo di eredi maschi e gravato dai debiti, vendette il feudo alla Camera Ducale di Milano, che lo cedette nel 1641 ai conti Ariberti di Cremona. Questi ultimi trasformarono la fortezza in residenza signorile, ammorbidendo la rudezza medievale con interventi architettonici di gusto rinascimentale. Dopo l’estinzione della famiglia, Malgrate passò ai Freganeschi di Milano (1745), che ne conservarono il dominio fino alla Rivoluzione francese.

Nel XIX secolo, il castello, abbandonato e spogliato, cadde in rovina. Solo in tempi recenti è stato restaurato e consolidato grazie ai fondi dell’Unione Europea e al Progetto Speciale Castelli della Lunigiana.

La posizione di Malgrate non è casuale. Il suo profilo si staglia di fronte al castello di Virgoletta, a guardia delle stesse vallate e delle rotte che collegavano Villafranca a Bagnone, la Garfagnana e la Cisa. In un’epoca in cui il controllo visivo significava potere militare, le torri della Lunigiana costituivano una rete di segnalazione e difesa che univa i vari feudi Malaspina in un sistema coerente e funzionale.

Malgrate, Filetto, Virgoletta, Bagnone: ognuno di questi castelli rappresentava un tassello del mosaico feudale obertengo, una costellazione di poteri minori ma profondamente radicati nel territorio.

Oggi, il castello di Malgrate non è più presidio militare né dimora nobiliare, ma testimonianza di un passato che ha segnato l’identità della Lunigiana. Le sue mura raccontano la storia di questi luoghi: dai Longobardi ai Malaspina, dalle torri difensive ai palazzi, dai feudi alla modernità.

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