Sorge fiero sulla collina che domina il Magra, nella frazione di Lusuolo nel comune di Mulazzo, il castello che per secoli ha custodito i destini della Lunigiana. La sua posizione strategica, a controllo di un antico guado del fiume e della via Francigena, ne fece sin dal Medioevo un punto nevralgico per commerci e potere militare.
Fu proprio questa collocazione privilegiata a condannarlo a una storia turbolenta, segnata da contese e assedi. Tra disordini interni e mire delle grandi potenze regionali, il castello di Lusuolo visse secoli di splendore e distruzione, di ricostruzioni e decadenza.
Nel XII secolo la fortezza apparteneva a Corrado Malaspina l’Antico, capostipite di una delle più importanti famiglie feudali della Lunigiana. Passò poi, nel Trecento, al pronipote Azzone Malaspina, ma la mancanza di eredi maschi portò al frazionamento del feudo e al declino del potere. Così, l’imponente rocca divenne progressivamente più vulnerabile agli attacchi esterni.
Il Quattrocento fu un secolo particolarmente difficile: le rivalità fra Firenze, Genova e Milano insanguinarono la regione. Dopo essere scampato a un primo assalto genovese, il castello non poté resistere all’invasione del 1449, quando venne distrutto dopo un lungo assedio dai Campofregoso, potente famiglia ligure, e conquistato dal condottiero Galeotto di Campofregoso.
Nel 1467, con l’appoggio del marchese di Fosdinovo e del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, i Malaspina riuscirono a riappropriarsi del loro castello, ormai danneggiato e impoverito. Ma la pace durò poco: lotte interne, dispute ereditarie e interferenze politiche continuarono a minare la stabilità del feudo.
A metà del XVI secolo, di fronte a nuove rivolte dei sudditi, Ercole Malaspina cercò protezione presso il Granduca di Toscana Francesco I de’ Medici, che nel 1575 accolse il territorio di Lusuolo sotto la propria sovranità. Il castello fu così annesso definitivamente allo Stato di Firenze, ricostruito e ampliato per diventare una moderna fortezza d’artiglieria. Tuttavia, già alla fine del Seicento iniziò un graduale smantellamento, coinciso con l’annessione di Pontremoli al Granducato e con la conseguente perdita del ruolo strategico di Lusuolo.
Oggi il castello, restaurato e restituito alla collettività, ospita il Museo dell’Emigrazione della gente di Toscana, dedicato alla memoria di coloro che lasciarono la propria terra in cerca di futuro.
La rocca, visibile anche dall’autostrada della Cisa tra Aulla e Pontremoli, mantiene intatto il fascino del suo passato. Le sue mura triangolari, la porta meridionale che introduce nel borgo fortificato, il cortile trapezoidale con pozzo centrale raccontano secoli di storia e di vita quotidiana.
Sul lato nord, una struttura con grandi camini e volte ampie lascia intuire l’antica residenza marchionale, mentre a sud, tra i resti parzialmente crollati, si riconoscono gli spazi che un tempo ospitavano la caserma.
Tra pietre e memoria, il castello di Lusuolo resta una delle più suggestive testimonianze del passato malaspiniano e un luogo dove la storia incontra l’identità di un territorio che non ha mai smesso di raccontarsi.







