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Roberto Lamma racconta Giorgio La Pira: la speranza contro ogni speranza In evidenza

di Anna Mori - Venerdì 10 e Sabato 11 ottobre alle ore 21.00, presso il Teatro del Dialma, lo spettacolo “Quanta strada nei suoi sandali”, di Roberto Lamma. In scena la figura del “sindaco santo” di Firenze Giorgio La Pira.

C’è una frase che Giorgio La Pira amava ripetere: “Bisogna pregare con il mappamondo sul comodino”. Una frase semplice, ma capace di racchiudere il senso più profondo della sua vita: l’universalità della fede, la compassione verso l’umanità, la speranza contro ogni speranza. È da questa immagine che nasce “Quanta strada nei suoi sandali”, lo spettacolo scritto e interpretato da Roberto Lamma insieme a Daniele Ceccarini, che andrà in scena il 10 e 11 ottobre alle ore 21.00 presso il teatro del Dialma, in Via Monteverdi.

Un lavoro intenso e meditato, che racconta non solo il cammino del “sindaco santo” di Firenze Giorgio La Pira, ma anche un modo di intendere la politica e la vita come servizio e missione, non come potere o ambizione.

Lamma ha costruito lo spettacolo partendo da un lungo lavoro di ricerca storica e umana. Grazie alla collaborazione della Fondazione Giorgio La Pira di Firenze, ha potuto accedere a un patrimonio di straordinaria ricchezza: migliaia di lettere, note e documenti che testimoniano il pensiero e la spiritualità di La Pira.

“Nel suo archivio si trovano oltre 1200 lettere a Paolo VI, e decine di corrispondenze con monasteri di clausura nel mondo”, racconta Roberto Lamma. “Quelle pagine custodiscono la sua ricerca di pace, la sua sete di giustizia, la fede di un uomo che non smetteva di credere nella bontà del mondo, anche nei momenti più difficili”.

Lo spettacolo alterna la narrazione teatrale alle immagini in bianco e nero, alla musica dal vivo e alle letture sceniche, costruendo una trama che non è solo biografica ma anche emotiva. Non c’è il tono didascalico del racconto storico, ma la voce viva di un testimone. “Non recito, racconto”, spiega Lamma. “Mi considero un narratore. Mi interessa trasmettere emozione e passione, più che interpretare un personaggio. Voglio che chi ascolta ‘senta’ un uomo che ha vissuto per la pace, per la dignità del lavoro, per la casa e per i poveri”.

Lamma ha voluto inserire nello spettacolo anche un elemento autobiografico: il padre, infatti, conobbe personalmente Giorgio La Pira. “Per me – confida – questo progetto è anche un modo per parlare a mio padre. Lui lo aveva incontrato, ne conservava un ricordo vivo e rispettoso. Quando ho iniziato a lavorare su La Pira, ho sentito che non stavo solo scrivendo di un grande personaggio, ma anche tornando a dialogare con mio padre”.

La figura del “sindaco santo” diventa così testimone di un’eredità che attraversa le generazioni restando attuale: la politica come vocazione, la fede come impegno, la solidarietà come dovere.

Sul palco, insieme a Roberto Lamma, ci sarà Daniele Ceccarini. Il loro dialogo scenico alterna riflessioni e testimonianze, sostenuti da immagini curate nei minimi dettagli. Le fotografie in bianco e nero, selezionate da Andrea Grando e dal figlio Simone, videomaker, non sono semplici proiezioni illustrative: diventano un racconto parallelo, un controcanto che accompagna la parola. “Andrea è stato fondamentale - dice Roberto - non solo per la selezione delle immagini, ingrediente imprescindibile dello spettacolo che contribuisce ad amplificare il messaggio delle parole, ma anche un supporto prezioso per la regia”.

“Abbiamo scelto il bianco e nero – prosegue Lamma – perché è un linguaggio della memoria, ma anche delle emozioni vere. Ti costringe a guardare l’essenziale. Le immagini evocano la Firenze del dopoguerra, le macerie, i volti dei poveri, le mani dei lavoratori. Sono immagini che La Pira avrebbe riconosciuto come sue, perché rappresentano la dignità della gente comune”.

Accanto alla narrazione, la musica dal vivo gioca un ruolo centrale. Sul palco un trio di musicisti spezzini: Glauco Bionducci, Silvio Rosi e Andrea Imparato, accompagnano la voce della giovane cantante spezzina Emma Cortis, le cui note vocali donano una nota contemporanea al racconto. Cinque sono i brani inseriti nello spettacolo, pezzi molto noti e in alcuni casi riarrangiati, scelti per creare un legame emotivo tra le parole di La Pira e il presente.

“Abbiamo voluto che la musica non fosse solo commento, ma dialogo”, spiega Lamma. “La giovane cantante rappresenta le nuove generazioni che oggi cercano un senso, un ideale, un motivo per credere ancora in qualcosa. È la voce di chi eredita un mondo ferito ma non rassegnato”.

Il titolo dello spettacolo, “Quanta strada nei suoi sandali”, allude al cammino incessante di La Pira: viaggiatore della pace, un uomo che percorse il mondo per portare un messaggio di fraternità. La Pira fu uno dei pochi a dialogare con leader di ogni credo e ideologia, convinto che la fede dovesse aprire, non chiudere.

“Era un credente radicale, ma mai dogmatico”, osserva Lamma. “Non gli interessava sapere se chi aveva davanti fosse cattolico, ebreo o musulmano: vedeva in ciascuno un fratello. È questa visione universale che ci manca oggi, in un tempo in cui prevale la divisione. La Pira non giudicava, accoglieva. Credeva nella forza della fratellanza”.

Daniele Ceccarini aggiunge: “Raccontarlo oggi significa ricordare che è possibile una politica diversa, fatta di ascolto. In un’epoca in cui la fiducia verso le istituzioni sembra talvolta insicura, la sua figura è una bussola etica”.

Avvocato spezzino, Roberto Lamma ha dedicato la vita al diritto del lavoro e all’impegno civile. Dopo anni di attività legale a difesa di associazioni ambientaliste e comitati, fu tra i fondatori del Genoa Legal Forum durante il G8 di Genova, difendendo manifestanti e rappresentando parti civili nei processi di Bolzaneto.

Parallelamente alla professione forense, ha sviluppato un percorso artistico e narrativo in cui il teatro diventa strumento di testimonianza civile. Autore di testi come “Nerogolfo – Cronache di una tragedia ambientale” (scritto con Mattia Bernardo Bagnoli), ha portato in scena lavori dedicati a figure di impegno e sensibilità sociale: “Una storia da raccontare – Storia di Ago e Beppe” sui fondatori dei Nomadi, “Dove sono gli operai?” con Massimo Olcese, e “Storia di un rivoluzionario gentile” su Fabrizio Ferrazzi.

In tutti i suoi lavori si ritrova un filo comune: la ricerca dell’umanità nascosta dietro la cronaca, la memoria come atto di condivisione di valori sociali, la parola come strumento per dare voce ad altri.

Per Lamma, il teatro non è mai solo rappresentazione, ma gesto civile. “Il palcoscenico – dice – è il luogo dove la memoria incontra la speranza. Dove possiamo tornare a credere che la bellezza e la giustizia non siano parole vuote. Quando parlo di La Pira, non racconto solo ‘il sindaco santo’ di Firenze o un politico: racconto un uomo che ha avuto il coraggio di credere nella bontà del mondo. E questo, oggi, è il messaggio più rivoluzionario di tutti”.

Con “Quanta strada nei suoi sandali”, la storia di Giorgio La Pira torna a parlare al nostro presente, tracciando un cammino tra fede e azione. Una testimonianza delicata, ma tenace, che attraversa il tempo e continua a chiedere: quanta strada resta ancora da fare nei nostri sandali?

Informazioni

BIGLIETTO: € 13,00
I biglietti sono disponibili online presso vivaticket.com/it
Prenotazioni al n. 3464026006.
I biglietti possono essere ritirati la sera dello spettacolo.

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