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Nasce il nuovo progetto dei “MooN”: un racconto introspettivo tra emozioni e sonorità rock In evidenza

di Anna Mori e Martina Costa - La band spezzina, che sta riscontrando successo anche all’estero, ha pubblicato il primo videoclip della canzone “Drowning” estratta dall’ album “Bad Girl”.

A volte, quando le paure ci sopraffanno e il dolore sembra infinito, soprattutto quando ci sentiamo piccoli, chiusi nelle nostre stanze, c’è una compagna di viaggio che, senza pretese, ci siede accanto, curando e abbracciando le nostre fragilità più profonde: la musica. Ricordiamoci sempre che la musica nasce dal dolore e dalla gioia di persone che, prima di noi, si sono trovate a dover scalare monti che, alla partenza, dalla valle, sembravano insormontabili. È il risultato dell’introspezione di chi ha trasformato gli inciampi della vita in un dizionario emotivo, uno strumento per affrontare situazioni in cui anche a noi sono mancate le parole. Questo è ciò che si percepisce tra le note del disco dei MooN, band spezzina con uno sguardo aperto sul mondo, composta da tante individualità che hanno fatto delle differenze generazionali un trampolino di lancio per, metaforicamente e non, puntare con gli occhi e il cuore alla luna.

“Il nome, MooN, è nato perchè cercavamo qualcosa di semplice ma in grado di rispecchiarci. Io sono fissata con la luna. La sera che lo abbiamo scelto avevo una borsa con le lune e Paolo, il chitarrista, mi ha detto: “Perchè non ci chiamiamo Moon?”. Lì per lì ho pensato fosse troppo semplice, ma poi, alla fine, il fatto che io senta un’affinità con la Luna, è reale. La vedo un’entità misteriosa, bella da ammirare, scompare e riappare, è molto affascinante. Poi rispecchia i gusti di tutti perchè facciamo un genere molto ricercato che è più serale, dal punto di vista dell’ascolto. E poi noi lavoriamo spesso di notte in sala prove”. Ci ha raccontato Sarah Galati, cantante della Band.

Parlando del loro progetto, ha proseguito: “Per la scrittura dei testi non mi sono data un tema, ho buttato giù tutto quello che mi veniva in mente, ma in un certo senso l’album racconta una rinascita. Un esempio lampante è “Bad Girl”. Vedendo il titolo una persona potrebbe pensare ad una canzone in cui si parla di una ragazza ribelle, mentre io ho cercato di spiegare che ad oggi vengono considerate “cattive ragazze” quelle che seguono le regole e che appaiono per questo un po’ sfigate ma che invece sono l’opposto, perché per me le persone sbruffone non hanno nessun contenuto. Anche in “Drowning”, ad esempio, parlo di disturbi come la depressione, parlo della capacità di poter rinascere, però chiedendo aiuto. Sono canzoni abbastanza personali ma ho cercato in qualche modo di renderle universali”.

E’ proprio quello di Drowing, il primo videoclip che la band ha rilasciato lo scorso sabato. (https://youtu.be/5gZL5p2LNpc)


Quando si intraprende un percorso, figlio di una passione, è importante lasciare sempre una finestra spalancata verso i sogni. “Il mio sogno sarebbe quello di vedere una folla di persone cantare le mie canzoni, non perché le sa ma perché ci si ritrova. Io mi sono ritrovata a concerti di artisti che ammiravo molto, vivevo nelle loro parole e vorrei accadesse anche a chi ascolta le nostre canzoni", ha aggiunto Sarah.


Parte fondamentale del progetto dei MooN è sicuramente Leonardo Maniscalco, batterista e titolare della struttura “Rock Tribe”. “La nostra struttura è centrale nella storia di Sara. Lei viene qui da quando ha 15 anni e noi abbiamo notato da subito il suo potenziale, sia vocale che per quanto riguarda la composizione e inizialmente abbiamo ideato insieme un progetto più commerciale. Nel 2017, poi, io e il mio amico Paolo Mirabelli, abbiamo dato vita ad un altro progetto che si è però concretizzato nel periodo del Covid. In prima battuta venivo a registrare da solo, poi, quando si è sbloccata la situazione, a fine maggio, abbiamo iniziato a capire come poter registrare il tutto, insieme. La crescita di Sarah è stata tantissima e l’idea di dare una vena rock al disco è stata sua. In realtà non è prettamente rock ma piuttosto un alternative rock, che comunque è un genere abbastanza radiofonico”. -Ha sottolineato Maniscalco.


La band ha inoltre deciso di non seguire uno schema preciso dettato da terzi e proprio per questo è nata la loro etichetta, Rock Tribe Records, e nascerà entro l’anno anche un loro studio di registrazione.

Altra grande caratteristica dei MooN è la scrittura in lingua inglese, come ci ha spiegato Paolo Mirabelli, chitarrista e bassista. “Lei ha sempre scritto in inglese e non è una cosa scontata in Italia. Per delle sonorità rock, l’inglese aiuta e questo tipo di produzione ti fa fuori dal mercato italiano e per me, è stata una liberazione. In Italia il rock è sempre stato di nicchia. Il nostro album però gira e abbiamo un tipo di accordo che ci permette in qualsiasi momento di svincolarci e andare verso proposte più interessanti. -Ha proseguito Mirabelli. Questo significa che la scelta è stata quella giusta, il disco è venuto come piaceva a noi, non ci aspettiamo che ci notino in Italia, mentre in giro abbiamo già avuto delle recensioni positive sia in Inghilterra che negli Stati Uniti”.

L’ultimo entrato nella band è Davide Ferrari, chitarrista. “Loro mi hanno contattato a marzo del 2022, dicendomi che avevano un disco pronto. Mi hanno girato la produzione di “Forzen” e ho sentito che Sara aveva il tipo di voce femminile che piace a me. Ha una voce piena e che mi piace anche quando sale, le sfumature sono ricercate, non sono le classiche melodie del pop italiano. Dopo un paio di mesi abbiamo fatto il primo live. Io non avevo più la mia band storica e inizialmente ho preso quest’esperienza come una sfida personale visto che si trattava di musicisti di un certo livello. Ad oggi abbiamo un repertorio di più di venti canzoni. È nato veramente un bel percorso”.

Il loro disco “Bad Girl “ presenta canzoni tutte diverse tra loro e nasce dall’unione delle personalità che compongono la band, avendo come filo conduttore proprio la rinascita. “It gone”, ad esempio, “Parla di un mostro. Mi sono ispirata ad una serie tv, “Stranger things” e da quella ho pensato di voler scrivere una colonna sonora - Ci ha spiegato Sarah. “Questa canzone parla di questo mostro che ti insegue e tu hai il bisogno di chiedere aiuto. In “It Gone” il lieto fine non c’è. In altre canzoni, invece si”.
Non mancano le canzoni d’amore come “This best version of mine” e “I can never let you go”, dedicate al marito. “Sacrifice”, invece, ad esempio parla del non voler sacrificare quello che ci fa stare bene e “My way” del gridare a gran voce di voler fare la propria strada, dell’ importanza di sbagliare, per capire quello che ci piace“- Ha concluso Sarah.

 

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