Sabato 15 marzo inaugura il nuovo museo della Villa romana del Varignano, situato nella località Le Grazie, a Porto Venere, gestito dal Ministero della cultura - Direzione Regionale Musei Nazionali Liguria,
Il museo è stato realizzato in uno dei casali rurali costruiti dal XVIII secolo sui resti delle antiche murature romane. L’allestimento si sviluppa su due piani, accompagnando il visitatore alla scoperta della doppia anima della Villa: quella residenziale e quella produttiva.
Grazie a un finanziamento PNRR di 95.000 euro (Misura 1 - Investimento 1.2 – Intervento Musei svelati), il percorso di visita all’area archeologica è stato inoltre reso più inclusivo, con nuovi strumenti informativi (da un nuovo sito internet, a nuove audioguide e a una postazione multimediale) per facilitare la comprensione dell'antica villa romana.
IL PROGRAMMA DELL’INAUGURAZIONE
In occasione dell'inaugurazione del 15 marzo sono previste visite guidate gratuite con gli archeologi della Direzione regionale Musei Liguria alle 15:30, 16:30 e 17:30. L’ingresso è gratuito.
Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante progetto: dal Comune di Porto Venere alla base del COMSUBIN, dall’associazione Sa Bastia agli studiosi che hanno collaborato alla redazione delle didascalie, fino alla Pro Loco delle Grazie e al personale del Ministero della cultura - Direzione Regionale Musei Nazionali Liguria, che ha lavorato con grande dedizione.
LA VILLA ROMANA DEL VARIGNANO
La Villa Romana del Varignano è una testimonianza significativa dell'architettura residenziale e produttiva dell'epoca romana in Liguria. Situata nella frazione delle Grazie, nel comune di Porto Venere, la villa si trova al fondo di una valle ricca di sorgenti, con vista sul mare e circondata da terreni un tempo coltivati a uliveti.
Le prime fasi di costruzione della villa risalgono alla fine del II secolo a.C.. Il complesso era costituito da un edificio destinato alla residenza del proprietario e da un'area dedicata alla produzione agricola, principalmente legata alla lavorazione dell'olio d'oliva. Queste due sezioni erano separate da una corte utilizzata come frantoio.
La villa era dotata di una darsena privata che consentiva collegamenti marittimi diretti con altre località del golfo e con la vicina colonia romana di Luni. Gli appartamenti del dominus erano sviluppati su un unico piano, con atri pavimentati a mosaico, ambienti per il soggiorno e stanze da letto.
Successivamente, la villa subì una significativa trasformazione architettonica: l'area del fattore venne ristrutturata e fu realizzato un impianto termale privato, dotato di locali riscaldati e vasche per bagni caldi e freddi. Per garantire la necessaria riserva d'acqua, fu costruita una cisterna con soffitto a volta, considerata unica nel suo genere rispetto ad analoghi edifici romani dell'Italia settentrionale. La residenza continuò ad essere frequentata fino al VI secolo d.C.
Gli scavi archeologici, condotti tra il 1967 e il 1986, hanno riportato alla luce questo complesso tardo repubblicano, rivelando l'importanza della villa sia come residenza di lusso sia come centro produttivo agricolo. Oggi, l'area archeologica della Villa Romana del Varignano conserva il frantoio oleario più antico della Liguria ed è inserita in un contesto paesaggistico di notevole pregio, offrendo ai visitatori una preziosa testimonianza della vita rurale e residenziale in epoca romana.