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Ospitalità per due famiglie di profughi afghani in Provincia In evidenza

Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di un analogo gruppo di famiglie con minori per i quali la Prefettura ha già individuato le strutture dove accoglierli.

 

Nella tarda serata di ieri sono arrivate due famiglie di profughi afghani con bambini, che hanno trovato ospitalità in due appartamenti situati nel territorio provinciale. Le famiglie saranno seguite dalle cooperative che già gestiscono i centri per migranti in convenzione con la Prefettura ed hanno già avuto una prima assistenza.


Si tratta di richiedenti protezione internazionale, la cui riservatezza deve essere tutelata anche in ragione delle loro storie personali, per i quali il Prefetto Inversini ha già preso intese affinchè i documenti relativi al soggiorno siano rilasciati nel più breve tempo possibile.


Sono già state avviate le procedure con la ASL 5 per consentire a chi ne faccia richiesta di essere sottoposto alla vaccinazione contro il COVID.
Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di un analogo gruppo di famiglie con minori per i quali la Prefettura ha già individuato le strutture dove accoglierli.


Allo stato non si hanno conferme di ulteriori arrivi nel territorio spezzino, ma in ogni caso la macchina dell’accoglienza è pronta grazie alla rete di solidarietà attivata dai comuni, dal Terzo Settore e dai privati.
Ieri il Prefetto ha ricevuto una delegazione del neo-costituito “Comitato SOS Afghanistan”. Scopo dell’incontro era promuovere una serie di iniziative per dare supporto – sia di tipo materiale sia finalizzato all’integrazione- alle famiglie ed alle donne in particolare.


“La comunità spezzina si è dimostrata molto sensibile al tema e le idee sono tante” – ha dichiarato Maria Luisa Inversini- “Occorre dare a queste famiglie il tempo di elaborare quanto è accaduto ed il cambiamento di prospettive di vita che ne è conseguito, poi potremo avviare iniziative congiunte che vanno ad integrare quelle già offerte dai gestori delle cooperative ed anche pensare a forme di inserimento lavorativo. Per le donne molto probabilmente occorrerà vincere anche la barriera linguistica, oltre che quella culturale, ma è una battaglia che merita di essere combattuta come restituzione della collaborazione data al nostro contingente in Afghanistan”.

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