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"Dipendenze patologiche: il gioco d'azzardo": sala piena a Sarzana per l'inaugurazione del corso

Sala piena alla Missione per l'inaugurazione del corso "Dipendenze patologiche: il gioco d'azzardo": un primo appuntamento ricco di spunti, tutti destinati a essere raccolti e sviluppati dai relatori che parteciperanno agli incontri successivi.

Ieri sera lo spazio principale è stato riservato a una tavola rotonda di esperti e rappresentanti di istituzioni e associazioni. Dopo l'introduzione e i saluti di don Franco Martini, presidente del Consorzio Cometa, si sono avvicendati nella discussione il dott. Ricci, il dott. Agrimi e, in rappresentanza del Comune di Sarzana, l'assessore Juri Michelucci (il sindaco, assente per motivi istituzionali, ha inviato i propri saluti per iscritti, sottolineando la piena adesione e disponibilità dell'Amministrazione).
Particolare rilievo è stato poi assunto dall'intervento del referente di Libera La Spezia, Marco Antonelli, il quale ha efficacemente descritto l'universo del gioco (illecito, ma anche lecito) come «un quadro di grande complessità», oggetto di un interesse costante da parte delle organizzazioni criminali («l'illusione dell'arricchimento facile attraverso il gioco rispecchia la mentalità brutale e arida della cultura mafiosa, un modello che è necessario contrastare alla radice»). Ricordando l'impegno del coordinamento di Libera, Antonelli ha poi voluto sottolineare l'importanza del lavoro in rete tra le organizzazioni del terzo settore e dello sforzo di partecipazione democratica «attraverso gli strumenti che la stessa Costituzione fornisce». Messaggio che significativamente riprende l'apertura dimostrata dal Comune di Sarzana, che, per bocca dell'assessore Michelucci, ha confermato di avere in cantiere un regolamento per il controllo e il contenimento amministrativo del fenomeno, «un regolamento che si ispira all'esperienza genovese e che cerca di fare tesoro di una legge regionale particolarmente favorevole e sensibile al tema, per quanto non manchino serie difficoltà di carattere normativo e concrete possibilità di ricorsi di fronte al TAR». Proprio di questa radicale difficoltà ha offerto un quadro lo stesso dott. Ricci, direttore del dipartimento dipendenze e psichiatria del distretto 18: «Impossibile per chi voglia impegnarsi in questa lotta come volontario non fare i conti con una frustrazione di fondo: il problema non si scalfisce senza un ripensamento delle politiche nazionali e soprattutto del ruolo equivoco giocato dallo Stato nel sistema, nonostante gli enti locali abbiano comunque piccoli margini di intervento, che è bene sfruttare». Lo stesso Antonelli, infine, ha chiuso offrendo un rapido spaccato sui legami che anche a livello locale congiungono il mondo del gioco alle sfere di interesse della criminalità organizzata, e poi richiamando l'appuntamento di giovedì prossimo con Diana De Martino, magistrato DNA. Grande la soddisfazione delle associazioni organizzatrici, tutte presenti in sala, a partire da L'égalité, che anche in questo modo rinnova il proprio impegno di elaborazione e formazione diffusa.

 

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