Giovedì 9 ottobre, al Passo del Rastrello, presso il Monumento intitolato alla pace e alla libertà, molti rappresentanti delle Istituzioni, delle Associazioni Partigiane, d'Arma e Combattentistiche, si sono ritrovati per una manifestazione commemorativa interprovinciale, impreziosita dalla numerosa e significativa presenza delle scolaresche di Sesta Godano, di Zeri e di Zignago, accompagnate dai rispettivi insegnanti.
Le note del Canto degli Italiani, composto dai liguri Mameli e Novaro, hanno dato avvio alla giornata commemorativa, apertasi con i saluti dell’assessore Gino Baratta, del Comune di Zeri, espressi anche a nome del sindaco Petacchi, e con quelli del sindaco di Sesta Godano Marco Traversone e di Zignago Simone Sivori, che hanno voluto ringraziare i sindaci e i rappresentanti degli altri Comuni presenti, rendendo infine omaggio a tutti i Gonfaloni.
L’assessore del Comune della Spezia Giulio Guerri ha quindi portato il saluto del sindaco e presidente della Provincia della Spezia Pierluigi Peracchini e la vicepresidente della Provincia di Massa-Carrara Maria Grazia Tortoriello ha formulato la sua convinta adesione insieme a quella del presidente Gianni Lorenzetti.
Dopo la lettura di alcune toccanti poesie dedicate alla Resistenza, composte da Aldo Farina, scrittore e partigiano di Giustizia e Libertà, ad opera degli allievi della scuola elementare di Pieve di Zignago, e il canto di “Fischia il vento”, eseguito dai ragazzi della scuola elementare e media di Sesta Godano, ha preso la parola il co-presidente del Comitato Provinciale Unitario della Resistenza della Spezia Paolo Galantini, anche a nome delle Associazioni Partigiane di Massa Carrara e di Parma.
L’intervento, svoltosi alla presenza dei co-presidenti Egidio Banti e Giorgio Pagano, ha inteso in via preliminare sottolineare il carattere unitario che caratterizza e dovrà sempre improntare le tre principali Associazioni Partigiane, l’ANPI, la FIAP e la FVL-APC.
Galantini ha quindi contestualizzato la nascita della Resistenza nell'ambito delle drammatiche vicende susseguitesi negli anni 1943-45, rimarcando la nobiltà d'animo, il coraggio e l'altruismo con cui migliaia di uomini e donne seppero compiere l'ardua scelta di combattere per la libertà d'Italia, esponendo con ciò a grave rischio non solo le loro vite, ma anche quelle dei loro familiari.
“Non avevano nulla quando salirono su questi monti, se non la voglia dei vent'anni di prendere in mano il proprio destino, orientando il cammino a quei valori di pace e di giustizia che scoprirono giorno dopo giorno nella militanza resistenziale e che oggi ritroviamo non a caso dispensati nei principi fondamentali della Costituzione Repubblicana, la cui ispirazione discende pertanto proprio dalla durezza della lotta e dal dolore per il sangue versato su queste terre come in ogni altra su cui i nostri Patrioti hanno combattuto, in Italia e all'estero, affinché ad ogni essere umano potesse essere data la possibilità di vivere in un ambito politico contrassegnato dalla democrazia e quindi dal governo delle leggi liberamente adottate e non dall’imperio e dalla prepotenza dei tiranni. Ci sentiamo davvero orgogliosi di quanto i nostri Patrioti hanno saputo fare. Il loro valore è del resto testimoniato in tutta evidenza dai Gonfaloni della Provincia della Spezia e di quella di Massa Carrara, davanti ai quali ci inchiniamo, insigniti della Medaglia d'Oro al Valor Militare, riconoscimento che è riservato soltanto a dodici Province italiane”.
Rivolgendosi poi in modo particolare ai ragazzi delle scuole locali, Galantini, a riprova della coralità della Guerra di Liberazione, ha voluto “rendere omaggio alla memoria delle genti di queste nostre montagne, senza il cui sostegno, dapprima morale e materiale, trasformatosi quindi in una sempre più convinta partecipazione alla Lotta di Liberazione, maturata a fronte delle terribili e vili rappresaglie nazi-fasciste, i giovani ribelli non sarebbero neppure sopravvissuti ai rigori del primo inverno della Guerra partigiana, quello del 1943-44”.
Galantini ha quindi ricordato “la straordinaria esperienza del Battaglione Internazionale che proprio qui vicino, a Rossano di Zeri, prese avvio grazie al Maggiore inglese Gordon Lett, che seppe riunire, sotto il suo comando, molti di quei prigionieri Alleati che all’indomani dell'8 settembre 1943, a fronte del collasso istituzionale che investì il nostro Paese, si ritrovarono improvvisamente liberi dai campi di detenzione dove erano stati rinchiusi”.
“Nell'impossibilità di ricongiungersi con gli eserciti dei loro Paesi, quegli uomini, provenienti da molti Paesi europei ed anche da altri continenti, decisero di unirsi per combattere il comune nemico nazi-fascista, obbedendo con ciò al loro dovere di soldati. È anche a loro che dobbiamo pertanto quello che siamo oggi ed il benessere di cui godiamo deriva anche dal loro sacrificio, non dovremmo mai dimenticarlo. Tra quegli stranieri, vi erano molti soldati sovietici, di cui purtroppo, in parecchi casi, non conosciamo neppure il nome, ma di cui abbiamo luminose annotazioni in relazione all’eroismo con cui si batterono, tanto che in Italia, ben quattro di loro furono insigniti - “Alla Memoria" - con la Medaglia d'Oro al Valor Militare, ovvero con la più alta decorazione del nostro Paese. È questo un dato che non ha paragoni e che dovrebbe pertanto indurci a guardare alla Russia con il dovuto rispetto e la più sentita riconoscenza, ben consapevoli che nessun altro popolo ha pagato, a livello mondiale, un prezzo così alto per sconfiggere il nazi-fascismo e dunque per riconquistare quella libertà che anche noi avevamo colpevolmente smarrito".
Nel fare quindi “doverosa e grata memoria di quei sacerdoti che sostennero amorevolmente e con carità cristiana i nostri Partigiani, fino a versare il loro stesso sangue in virtù della scelta ministeriale di seguire coerentemente e fino in fondo Gesù e i suoi insegnamenti”, Galantini ha infine esortato i giovani a meditare su quanto trattato, invitandoli ad approfondire, sotto la guida dei loro docenti, lo studio della nostra Costituzione, la nostra “Bibbia civile”, soffermandosi soprattutto sui principi fondamentali:
“Conoscere la nostra Costituzione, viverla percependone lo spirito che la anima, non solo ci renderà dei buoni cittadini, ma prima ancora delle brave persone. Servirsi della ragione ci aiuterà a risolvere ogni contesa e a scongiurare il pericolo di ogni conflitto, sia in termini personali che collettivi, allontanando lo spettro della violenza e della sopraffazione. Da qui il nostro no alla guerra, ricordando come la vera pace non scaturisce astrattamente da un asettico ed arido concetto, ma da un sentimento che nasce nel cuore, che dobbiamo perciò imparare a coltivare sapientemente. La Storia — ha concluso Galantini — deve insegnarci a vivere, possibilmente in modo solidale, rispettandoci gli uni e gli altri, senza mai dimenticare che ciascuno ha le proprie ragioni, che dobbiamo pertanto imparare a riconoscere, per giungere insieme e soddisfacentemente ad una reciproca compensazione. Solo così facendo daremo un senso compiuto a quanti ci hanno preceduto battendosi per la libertà dei popoli, per la pace e la giustizia, dimostrando di avere in qualche modo meritato il loro sacrificio. L'impegno che abbiamo profuso in questo 80° anniversario della Liberazione d'Italia dal nazi-fascismo è stato ed è tuttora volto al conseguimento di questo obiettivo. Ed è proprio per questo che abbiamo cercato di far memoria di ogni Caduto, ovunque siamo stati chiamati a farlo, talvolta anche proponendoci quando non abbiamo ravvisato la dovuta attenzione, affinché ciascuno sappia quanto cara è costata la nostra libertà e perciò quanto sia necessario custodirla con ogni cura. E a questo compito è chiamato ogni cittadino della Repubblica, senza alcuna distinzione. Sotto l'azzurro cielo d'Italia, in una bellissima giornata di sole, lasciamo questo luogo della Memoria con una maggiore consapevolezza di quando vi siamo saliti; salutiamolo perciò con la riconoscenza di chi ne ha compreso il significato. Lo dobbiamo ai Caduti, a quanti hanno combattuto; lo dobbiamo a noi stessi, in particolare a voi giovani, che non solo siete il futuro, ma anche il presente di questo nostro grande ed amato Paese”.
A conclusione della manifestazione sono intervenuti i ragazzi della scuola elementare e media di Zeri, che hanno realizzato “lo zaino del partigiano”, e nuovamente gli studenti della scuola elementare e media di Sesta Godano, che hanno eseguito “Bella ciao” e l’“Inno alla gioia”.







