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La denuncia della FAISA CISAL: "Per i giovani autisti la situazione in ATC è insostenibile" In evidenza

Il sindacato parla di distribuzione non equa dei turni con i lavoratori più anziani e di impossibilità di partecipare a corsi e concorsi interni.

All’interno di ATC i nuovi autisti si trovano a fronteggiare una realtà particolarmente pesante rispetto ad altre aziende del trasporto pubblico. In quasi tutte le altre realtà, terminati i sei mesi di prova stabiliti dal contratto nazionale, si entra a far parte di una turnazione normale e prevedibile. In ATC, invece, il periodo di incertezza viene prolungato arbitrariamente fino a 18 mesi: i turni vengono comunicati all’ultimo momento, giorno per giorno, impedendo ai neoassunti di pianificare la propria vita personale. Non si tratta soltanto di attese: la distribuzione dei turni è tutt’altro che equa, e quelli più scomodi e stressanti finiscono quasi sempre nelle mani di chi è appena arrivato.

Questa gestione anomala non ha paragoni con altre aziende del settore. Laddove altrove, dopo la prova, si viene inseriti in una rotazione equilibrata, in ATC si continua a punire i nuovi lavoratori con turni pesanti e imprevedibilità. Non esiste un fondamento normativo chiaro che giustifichi questo prolungamento, e ciò crea una divisione interna: lavoratori di “serie A” che godono di orari e diritti certi, e lavoratori di “serie B” che vivono nell’insicurezza. Una dinamica che, oltre a essere ingiusta, alimenta la fuga dei giovani: molti neoassunti, schiacciati da orari ingestibili e privati di opportunità di avanzamento (come l’accesso ai concorsi interni o l’aumento di parametro), lasciano l’azienda, aggravando il problema del ricambio generazionale.

Anche nella recente offerta aziendale – poi ritirata – si è verificata l’ennesima discriminazione. L’azienda prevedeva l’erogazione di indennità solo a chi avesse determinate abilitazioni (come quella filoviaria), corsi che ATC stessa organizza e decide a chi destinare. Ciò significa che chi è nuovo viene tagliato fuori non per mancanza di volontà, ma perché non gli viene data nemmeno la possibilità di partecipare. A questo si aggiunge un accesso ritardato ai pochi concorsi interni e la progressione economica bloccata per anni, aspetti che scoraggiano fortemente chi vorrebbe investire il proprio futuro in azienda.

I nuovi assunti non chiedono corsie preferenziali né trattamenti di favore; chiedono equità, dignità e la possibilità di organizzare la propria vita. In pratica, basterebbe adottare una rotazione equa dei turni già dopo i sei mesi di prova, distribuire con giustizia anche i turni più gravosi, e garantire accesso a corsi e concorsi senza ostacoli inutili. È interesse di tutti, anche dell’azienda, creare condizioni di lavoro sostenibili: la fuga dei giovani e l’attuale precarietà non fanno bene al servizio pubblico né alla reputazione di ATC. Ignorare queste problematiche significa condannare i lavoratori più giovani a un percorso professionale insostenibile e mettere a rischio il futuro stesso dell’azienda.


FAISA CISAL

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