Il 1° luglio 2025, nei cieli dell'emisfero australe, un evento astronomico di portata storica ha avuto inizio: il telescopio ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), dal sito cileno di Rio Hurtado, ha scoperto un nuovo oggetto interstellare nella costellazione del Sagittario, inizialmente catalogato come A11pl3Z. Dopo le prime analisi orbitali, la sua natura straordinaria è diventata evidente: si tratta del terzo oggetto interstellare mai osservato nel nostro sistema solare, dopo 1I/'Oumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019). Ora ufficialmente denominato 3I/ATLAS, l'oggetto viaggia a una velocità di circa 68 km/s e raggiungerà il perielio il prossimo 29 ottobre, a una distanza di 1,8 unità astronomiche dalla Terra.
Una scoperta di questa portata ha attivato una rete internazionale di osservatori, tra cui molti italiani, che si sono distinti per rapidità e precisione nella raccolta dei dati necessari per il calcolo dell'orbita. A partecipare attivamente anche l'Osservatorio Astronomico Luciano Zannoni nel Parco di Monte Viseggi alla Spezia, che nella notte del 4 luglio a partire dalle 22:30, ha condotto una sessione di ripresa dedicata all'oggetto.
L'osservazione è stata resa possibile grazie al lavoro congiunto degli astrofili Giampiero Cattoi, Claudio Gentile, Alfonso Mancuso e Luigi Sannino, nell'ambito del coordinamento nazionale della Sezione Nazionale di Ricerca Asteroidi dell'UAI (Unione Astrofili Italiani).
Nonostante la relativa debole luminosità (17.7 magnitudini al momento della scoperta) l'oggetto è stato localizzato e monitorato, non senza difficoltà, a causa della sua posizione bassa sull'orizzonte (circa 25°) e della collocazione in piena Via Lattea, zona del cielo particolarmente ricca di stelle.
I dati raccolti dagli osservatori italiani sono stati inseriti in ben cinque circolari ufficiali del Minor Planet Center (MPEC 2025-N12, N22, N35, N44 e N51), confermando l'importante ruolo della comunità astronomica amatoriale del nostro Paese nella ricerca scientifica internazionale.
L'oggetto 3I/ATLAS rimarrà visibile fino a maggio 2026, sebbene non sarà sempre favorevole all'osservazione da latitudini italiane. Tuttavia, fino a dicembre 2025 sarà possibile seguirne la traiettoria, con un massimo di luminosità previsto per ottobre (10.2 magnitudini), purtroppo non visibile dall'Italia. A partire da gennaio 2026 potrà nuovamente essere osservato prima dell'alba con una magnitudine di circa 11.4.
Il monitoraggio continuo dell'oggetto sarà essenziale per studiarne l'evoluzione, eventuali cambiamenti morfologici della chioma e la possibile comparsa di una coda. L'evento rappresenta non solo una rara occasione scientifica, ma anche un'importante testimonianza del ruolo che anche piccoli osservatori, come quello spezzino, possono avere nella grande rete della ricerca astronomica internazionale.
(Immagine puramente artistica a scopo illustrativo)






