Nato nel 1946 a Monteparano, in provincia di Taranto, Pazienza si laureò in medicina e visse a lungo in Francia, dove avviò una carriera nella finanza. Nel 1979 entrò in contatto con il SISMI, I servizi segreti militari italiani, in qualità di consulente. Fu in quegli anni che iniziò a intrecciare relazioni con ambienti della loggia massonica P2 e con i vertici di settori deviati dello Stato.
Nel 1981, all’indomani dello scandalo P2, fu costretto a lasciare il SISMI. Seguì una fuga negli Stati Uniti, dove venne arrestato nel 1985 e successivamente estradato in Italia.
Pazienza fu coinvolto in diverse inchieste giudiziarie:
- Per la strage di Bologna del 2 agosto 1980 fu condannato per depistaggio: fece piazzare una valigetta esplosiva su un treno per far credere a una pista internazionale.
- Nel crac del Banco Ambrosiano, svolse un ruolo da mediatore tra Roberto Calvi e ambienti vaticani e politici. Fu condannato per associazione a delinquere.
- Nel 1981 intervenne nel sequestro Cirillo, negoziando tra i servizi segreti e la camorra di Raffaele Cutolo per ottenere la liberazione dell'assessore democristiano.
Scarcerato nel 2007, visse gli ultimi anni a Lerici, dove svolse attività di volontariato. Ha scritto due libri autobiografici: Il disubbidiente e La versione di Pazienza, nei quali ha sempre rivendicato il proprio punto di vista, talvolta in contrasto con le sentenze definitive.
Francesco Pazienza è morto il 21 giugno 2025 presso l’ospedale di Sarzana, dove era ricoverato da alcuni giorni. La notizia è stata confermata dalla famiglia.
Con la sua morte si chiude uno dei capitoli più controversi della storia recente italiana: un uomo al centro di trame complesse tra intelligence, politica, finanza e criminalità, capace di incarnare — fino all’ultimo — l’ambiguità del potere occulto.