Ciò che sta accadendo intorno a noi, i quasi 60 conflitti attivi nel mondo — tra cui la guerra in Ucraina, il genocidio a Gaza e il recente conflitto tra Israele e Iran — impone una riflessione profonda.
In particolare, ciò che succede a Gaza è talmente feroce e inammissibile che non si può non parlarne: diversamente, si è complici. Si tratta di una pulizia etnica portata avanti giorno per giorno dal governo israeliano che ci lascia addolorati e indignati.
La conseguente politica di riarmo non può che preoccupare in un’epoca segnata da una crisi economica duratura, che coinvolge il futuro delle attuali e delle future generazioni, generando insicurezza, paure, fragilità e disuguaglianze.
Come docenti, non possiamo abbassare lo sguardo di fronte a un contesto globale così drammatico. Dobbiamo invece alzare la voce e unirci alle tante voci che chiedono che tutto questo finisca al più presto, che il Governo e le Istituzioni Europee si attivino per far rispettare il Diritto Internazionale, per avviare negoziati di pace in modo da far tacere le armi attraverso diplomazia e dialogo.
L'articolo 11 della Costituzione italiana impone il ripudio della guerra, che passa in primo luogo dal riconoscimento del dialogo e del diritto internazionale come strumenti privilegiati per la risoluzione dei conflitti.
A maggior ragione, ce lo chiede il nostro senso di responsabilità come docenti, a cui è dato il privilegio di accompagnare la crescita delle nuove generazioni. Riteniamo necessario promuovere una cultura della pace e della nonviolenza, dotando i nostri alunni di pensiero critico e di uno sguardo ampio basato sul rispetto delle culture, contrario all’etnocentrismo, attento all’inclusione e alla convivenza pacifica.
Crediamo sia fondamentale proporre iniziative educative che non abbiano a che fare con il mercato delle armi, ma che contengano principi irrinunciabili: la pace, la rimozione del linguaggio violento, razzista e colonialista, il rispetto dei diritti umani, la tutela della dignità umana e dell’ambiente in cui si vive.
Principi guida inderogabili, espressi nella Carta dei Diritti dell’ONU, dell’Unione Europea e nella nostra Costituzione, che rimane il punto di riferimento valoriale della nostra attività educativa.
Così come molte altre scuole nel nostro Paese, abbiamo ritenuto necessaria una presa di parola comune che segnali in modo chiaro quanto i valori educativi che ogni giorno portiamo nelle classi siano non negoziabili. Su questi valori è in gioco anche la coerenza educativa, che altrimenti rischierebbe di risultare depotenziata.
In un’epoca in cui la scuola non vive certo una condizione facile, in una società sempre più complessa e sfibrata, dobbiamo scegliere da che parte stare. Ed è solo dalla parte dell’umanità che ciò che facciamo ogni giorno acquista valore.
Scegliamo di essere orgogliosamente una SCUOLA DI PACE!
Documento approvato a maggioranza dal Collegio Docenti del Liceo Mazzini riunitosi il 17/6/2025