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Costituendo Comitato delle Associazioni delle Cinque Terre: “Urge visione d'insieme sul turismo” In evidenza

La nota diffusa da "Costituendo Comitato delle Associazioni delle Cinque Terre" 

"Il tempo è galantuomo e quello che avevamo previsto si è amaramente avverato ed è ora sotto gli occhi di tutti - scrive in una nota Costituendo Comitato delle Associazioni delle Cinque Terre. - Non era “polvere di stelle” quella che ci aspettava alla fine del 2024 ma la cenere delle occasioni sprecate. Gli innumerevoli comunicati del “va tutto bene”, delle belle parole, delle apparenti ottime intenzioni, dei numeri con il segno più sbandierati ai quattro venti, non hanno mai tenuto conto del fatto che più per meno fa solo e sempre meno.

Nel frattempo il progetto di Regione Liguria e del Sindaco della Spezia è finalmente stato svelato, spiegato con chirurgica lucidità ai giornalisti intervenuti alla pomposa inaugurazione della nuova Stazione di Migliarina, Hub per le Cinque Terre. Eliminare i gruppi dal centro città è il primo passaggio al quale seguirà un Cinqueterre Express promosso d'autorità a linea metropolitana da Luni a Levanto; il fine dichiarato è quello di far arrivare ancora più visitatori giornalieri, ancora più gruppi organizzati di giornata, il maggior numero di croceristi organizzati possibile, nei paesi delle Cinque Terre.

Se in quei cinque piccoli paesi l'invivibilità raggiungerà livelli mai visti, non importa a nessuno, anzi, tutt'altro: meglio che i paesi diventino un finto parco giochi per giornaliere transumanze, caravanserraglio di musiche a tutte le ore. Ancor meglio se “quelli” delle Cinque Terre mollano, se ne vanno, finalmente non romperanno più le scatole con noiose e sgradevoli richieste di rispetto per i residenti; le casette e i muretti potranno anche essere di cartone, posizionati ad hoc senza dover necessariamente contenere vita vissuta.

Ahinoi, non pochi dismetteranno l’abitare alle Cinque Terre e con essi pure quei turisti amanti dei luoghi, persone che vivono molto lontano ma che amano tornare anno dopo anno, curate in lustri di lavoro e di amicizia dagli operatori residenti, intimi anche di molti abitanti. Quelle persone con addosso l’empatia per il territorio, quelli che la bottiglia di vino se la bevono qui e/o se la portano volentieri a casa, per sostenere un territorio e per ricordare i momenti di gioia trascorsi su sentieri, scogli e spiagge.

L’operazione di svuotamento dei luoghi attraverso la loro saturazione è strategica, multilaterale e non contempla il fallimento. Dopo le tariffe ipertrofiche dei treni, completerà definitivamente l’opera la metropolitana delle Cinque Terre. Il congegno è sincrono e ben oliato: si faccia in modo di convogliare alle Cinque Terre sempre più persone in periodi di tempo ristretti e ben definiti, si dica che è overturism, si consigli di dormire nella buffer zone, nei territori più o meno prossimi, perché ormai quei paesi sono invivibili.

Poi si rincari la dose con altri punti di accesso per stipare ancor più visitatori giornalieri in poche ore ed in pochi metri. Intanto per un selfie bastano pochi minuti. Si faccia in modo che da questo disastro di paesi saturi di odor di fritto ancor di più si consigli un sonno ristoratore in Area Vasta o in Rada Vasta, si organizzino nel capoluogo vie attrezzate a mangiatoie, produttrici di Spritz con prosecco di terz’ordine e si faccia in modo che il “loro” vino resti pure in cantina. Prima o poi le barbatelle seccheranno e si pianteranno vigneti di plastica, sempreverdi, brillanti nello schermo del cellulare.

In mare l'andazzo è l’esatta fotocopia. In Area Marina Protetta (quella delle Cinque Terre) si vedranno sfrecciare, dal Mesco a Montenero, 200 natanti noleggiati con conducente, in esigua minoranza saranno i nativi nei tre comuni. Contestualmente navigheranno e attraccheranno in zona protetta un numero crescente di battelli di linea con a bordo fino a 400 passeggeri per volta.

Efficacissime quindi le tariffe ipertrofiche dei treni hanno svuotato le strutture ricettive rendendo i cinque paesi, la sera, luoghi fantasma con ristoranti, bar e piazzette ridotte a deserti palcoscenici tristi. I nostri documenti che ne anticipavano i disastrosi risultati sono depositati in Regione dall’autunno 2023.

Il costo elevatissimo del trasporto pubblico su rotaia si è rivelato micidiale anche e soprattutto per le vendite del vino locale, anche questo puntualmente documentato ed anticipato a Regione Liguria, ma i visionari sognatori abbagliati dai portafogli giapponesi, anche su questo non hanno battuto ciglio. Chi è arrivato in corsa ha deciso che i biglietti dal costo inaudito avrebbero dovuto rimanere tali, sempre lì, letali.

Per il resto, poco importa se raggiungere in auto Vernazza e Corniglia è un’avventura paragonabile in zona solo all’analoga Pignone-Monterosso, se il sentiero Manarola-Corniglia (quello sul mare, il sentiero azzurro, ricordate?) è chiuso da una vita, se i cumuli di rumenta cortesemente rilasciati dai visitatori giornalieri se li pagano “quelli” di qui, se ogni mezza mareggiata danneggia scogliere frangiflutti evidentemente inadeguate, se i progetti di adeguamento degli impianti di depurazione rimangono lettera morta.

Se la Litoranea (dove ormai la vegetazione in alcuni tratti sovrasta la sede stradale) diverrà, nella zona ricompresa nel comune della Spezia, un esempio di galleria verde, sulla via delle Cinque Terre, anche se il Parco Nazionale, nei tratti compresi nei tre comuni, paga di tasca sua la pulizia delle strade provinciali.

Ci piacerebbe se i tre Sindaci della meta turistica internazionale Cinque Terre illustrassero, nel modo da loro preferito, se e quando intendono intraprendere una qualche azione riferita a quanto appena esposto. Speriamo ci siano risparmiati i comunicati, ma invece venga attuata, in tempi brevi, una linea programmatica unitaria, con la stessa postura decisionale, a schiena dritta, con la quale hanno aumentato, pochi mesi fa, del 50% l’imposta di soggiorno.

Capiremo, infine, tra qualche anno, una volta ridotte a desolato e triste luna park le Cinque Terre, quanti partiranno dall’altra parte dell’oceano per venire a visitare l’opera di architettura ferroviaria contemporanea “Hub di Migliarina”.

Vale la pena poi spendere qualche parola per la questione Via dell’Amore, che è stata trasformata, chissà se per avidità o per miopia, da simbolo delle Cinque Terre a cavallo di Troia teso a minare dall’interno l’unità della destinazione turistica. Fin dal primo momento della sua riapertura abbiamo posto l’accento sulla necessità che quel tratto così famoso e pregiato di sentiero rientrasse nella “rete” della Cinque Terre Card, che a nostro avviso rimane un elemento unificante della fruizione turistica del territorio.

Eravamo e rimaniamo certi che soluzioni diverse avrebbero, come in effetti hanno, contribuito a creare confusione, nel migliore dei casi, se non danno economico all’intero sistema. L’idea che oggi è apparsa sui giornali di tornare ad un’unica “bigliettazione” per quel tratto di sentiero ci pare ragionevole solo se traguarda come obiettivo quello di farla rientrare nella Carta dei Servizi gestita dall’Ente Parco, senza superfetazioni di QR code o supplementi che, oltre ad alimentare nel turista la sensazione sgradevole di essere il proverbiale pollo da spennare, crea negli operatori locali il disagio dell’assistenza nell’acquisto dei diversi titoli di transito, aggravato spesso dal peso di non condividere queste politiche di gestione del bene pubblico.

Siamo quindi a ribadire con forza quanto avemmo a scrivere negli anni passati, ancora più attuale oggi alla luce dei dati non certo confortanti della stagione turistica in corso, ossia che urge una visione d’insieme della destinazione turistica che miri a consolidarla dall’interno e a difenderla dall’esterno, in modo da consentire a noi operatori economici, ma soprattutto abitanti delle Cinque Terre, di avere un futuro a casa nostra".

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