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L’eleganza sfila nel cuore della Spezia In evidenza

di Luca Erba - Un viaggio tra arte, moda e identità nella visione dell’haute couture firmata Antonietta Guarino.

Sabato 14 giugno, alle ore 19:00, la storica Galleria Quintino Sella della Spezia si è trasformata in un palcoscenico raffinato per accogliere La Rouche: The Vision of Haute Couture, un evento esclusivo che ha unito arte, moda e cultura in un’esperienza unica e irripetibile.

“L’eleganza, potente e silenziosa, come un battito di ciglia”: è questo il suggestivo slogan che ha accompagnato una serata riservata, ma aperta anche alla curiosità dei passanti grazie all’affaccio su Via del Prione.
La sfilata, ideata e curata dalla stilista Antonietta Guarino, è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Senza Tempo, da anni impegnata nella valorizzazione del territorio spezzino, e si è svolta nel suggestivo contesto del museo allestito all’interno della Galleria Bunker Antiaereo.
Con il patrocinio del Comune della Spezia, la serata ha visto sfilare le nuove collezioni dell’atelier La Rouche, in un perfetto equilibrio tra innovazione e memoria, stile e racconto, bellezza e significato.

Tra i momenti più significativi, la presentazione di tre abiti celebrativi, ciascuno ispirato a un simbolo del territorio o della femminilità universale.

Un tributo al territorio: il Palio del Golfo cucito su stoffa.
Uno degli abiti più applauditi è stato quello dedicato al centenario del Palio del Golfo, emblema di appartenenza e tradizione spezzina: “Questo abito celebra cento anni di mare, forza e appartenenza. È un omaggio al Palio del Golfo, alla fatica delle braccia che remano, al cuore delle borgate che non smettono mai di lottare. Non è solo un vestito. È memoria cucita, è identità indossata. È La Spezia che sfila.”

Moda e gusto si incontrano: l’abito Amaro della Madonna.
Non poteva mancare un omaggio all’eccellenza locale: un abito ispirato all’Amaro della Madonna, l’artigianale liquore creato dai fratelli Nicolas e Alessandro del Bar Madonna di Filetto, che miscela 15 botaniche tra cui spiccano arancia amara, carciofo e camomilla. Un connubio tra arte del gusto e alta moda.

Madame X: la libertà femminile in passerella.
A chiudere la triade di abiti celebrativi, un omaggio al celebre ritratto di Madame X di John Singer Sargent. Un abito carico di significato, che racconta la forza di una donna che osa: “Una spallina che cade non è un errore: è un gesto di libertà.
Questo abito rende omaggio a tutte le donne che, come lei, hanno sfidato le convenzioni e scelto di esistere con fierezza.”

Una rete di collaborazioni e una madrina d’eccezione.
La sfilata è stata resa possibile grazie al supporto di numerosi partner e sponsor, tra cui:
Damiani Occhiali, Sarti Hair Beauty, Estetica Marcella, Frida’s La Spezia, e ancora Amaro della Madonna, Stoppani & Peer, Azienda Agricola Caterina Sarti, Edil Guglie, Tessuti Ferrari, H2O Hosteria Contemporanea, Sound and Light.
A rendere ancora più speciale l’evento, la presenza come madrina d’onore di Maria Teresa Ruta, che ha già indossato in passato creazioni firmate La Rouche. Presentatore dell'evento l'attore Christian Adorno Bard.

Sedici anni di stile e passione.
A conclusione della serata, le parole della stilista Antonietta Guarino hanno commosso il pubblico: “Ho organizzato questa sfilata per celebrare i miei 16 anni di attività, un traguardo fatto di sacrifici, amore per la moda e fiducia dei miei clienti.
È il mio modo di dire grazie e condividere con voi la mia storia.”
Il suo atelier, La Rouche, si trova in via Raffaele De Nobili 63, alla Spezia, ed è un punto di riferimento per chi cerca l’unicità dell’alta moda italiana, fatta a mano e con il cuore.

Moda come memoria viva: il ruolo dello stilista tra identità e visione.
La moda, spesso percepita come espressione superficiale o puramente estetica, è in realtà un linguaggio potente, capace di raccontare storie, evocare emozioni e costruire ponti tra passato e futuro. L’evento La Rouche: The Vision of Haute Couture ne è un esempio limpido: una sfilata che non si è limitata a mostrare abiti, ma ha proposto visioni, omaggi, radici.
In questo contesto, il ruolo dello stilista assume una dimensione che va ben oltre il gesto creativo. Antonietta Guarino non ha solo cucito stoffe, ma ha ricucito legami con il territorio, con la memoria, con il femminile. I suoi abiti diventano simboli indossabili di cultura, orgoglio, appartenenza. Un vestito può raccontare cento anni di storia, come nel caso dell’abito dedicato al Palio del Golfo, o diventare manifesto silenzioso di libertà, come nell’omaggio a Madame X.

Lo stilista, quindi, è al tempo stesso artigiano, artista e narratore. Traduce l’invisibile — valori, emozioni, identità — in forme visibili, tangibili, indossabili. È un interprete del presente, che ascolta il tempo in cui vive e lo restituisce con la stoffa e l’ago. Ma è anche un custode del passato e un visionario del futuro, capace di connettere mondi diversi in un solo gesto creativo.

Quando la moda è vissuta così, non è più solo tendenza. Diventa espressione culturale, atto di memoria, gesto politico. È un modo di esistere nel mondo, con grazia e intenzione. Ed è proprio in eventi come questo che si riscopre la moda nel suo valore più autentico: quello di farci sentire parte di qualcosa di più grande, mentre indossiamo ciò che siamo.

 

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