Si è svolto ieri, presso la sede di LeAli a Spezia, un incontro pubblico promosso da LeAli a Spezia – Alleanza Verdi e Sinistra, per un approfondimento sul futuro della sanità spezzina in vista della realizzazione del nuovo Ospedale del Felettino.
Ospite dell'iniziativa il Dott. Giorgio Ferrari, primario e direttore del Dipartimento di Chirurgia dell'Ospedale Sant'Andrea, figura di riferimento e voce competente nel panorama sanitario locale. L'incontro, molto partecipato, è stato moderato da Guido Melley. Ospiti graditi sono stati il dottor Marco Santini, Forum sanità del Pd, Massimo Lombardi, Spezia bene comune ed Antonella Franciosi, Italia viva.
Al centro del confronto, il raffronto tra l'attuale offerta sanitaria e quella prevista nel nuovo presidio ospedaliero, ma anche una riflessione sulla lunga fase di transizione che ci separa dal 2028, anno in cui – salvo ostacoli amministrativi – si prevede la consegna del Felettino, che sarà pienamente operativo entro 12 mesi, dunque tra il 2029 e il 2030.
Ospedale Sant'Andrea: tra sottodimensionamento e criticità strutturali
L'attuale dotazione di posti letto per acuti del Sant'Andrea si ferma a 461, a fronte di un fabbisogno superiore ai 600 posti.
A ciò si aggiungono criticità strutturali evidenti, come nel caso del padiglione 7, che ha reso necessario il trasferimento della neurologia e delle malattie infettive in altre sedi per motivi di sicurezza e inadeguatezza.
Il Pronto Soccorso, pur non avendo registrato un aumento marcato degli accessi, è oggi in forte sofferenza per l'allungamento dei tempi di stazionamento dei pazienti, causato dalla carenza di posti letto e di personale.
È il reparto più in difficoltà, seguito a ruota dall'area medica, dalla ginecologia e dall'ortopedia.
Sanità spezzina tra carenza di personale e fragilità organizzative
La direzione strategica dell'ASL ha avviato negli ultimi anni una politica continua di concorsi per il reclutamento di personale sanitario, ma la risposta in termini di partecipazione resta insufficiente, confermando che il problema non è solo quantitativo, ma anche di attrattività del sistema.
Un altro elemento critico riguarda la scarsa integrazione tra l'ospedale Sant'Andrea e il San Bartolomeo di Sarzana, frutto non tanto di limiti strutturali quanto di una visione politica inadeguata, condizionata da equilibri elettorali e logiche territoriali che ostacolano una reale pianificazione di bacino.
Chirurgia robotica e uso delle sale operatorie: opportunità e limiti
La chirurgia spezzina si prepara a una trasformazione tecnologica con l'introduzione della chirurgia robotica in settori chiave come urologia, chirurgia generale e ginecologia.
Una novità importante, che richiederà ingenti investimenti e l'impiego di personale altamente qualificato.
Al contempo, anche l'attività ordinaria mostra segni di sofferenza: l'occupazione delle sale operatorie resta sotto la soglia ottimale, proprio a causa della carenza di personale anestesiologico e infermieristico.
Pediatria e Gaslini diffuso: un bilancio difficile da leggere
Il progetto del Gaslini Diffuso – nato per portare sul territorio parte delle competenze dell'ospedale pediatrico genovese – ha prodotto risultati difficili da valutare per via della complessità organizzativa e della mancanza di trasparenza nei dati.
Tuttavia, un elemento positivo emerge chiaramente: La Spezia è l'unica realtà in Liguria, oltre al Gaslini, ad aver mantenuto la chirurgia pediatrica di base.
Il Pronto Soccorso Pediatrico, attivo 12 ore al giorno, ha mantenuto le sue caratteristiche e continuerà a farlo anche nel nuovo ospedale.
Il nuovo Felettino: un'occasione da non sprecare
Il nuovo ospedale del Felettino sarà un DEA di primo livello, con 507 posti letto e 11 sale operatorie, e manterrà importanti specializzazioni come chirurgia vascolare, chirurgia toracica, malattie infettive, radioterapia e radiologia interventistica.
Una delle novità più significative sarà l'adozione di un modello per intensità di cura, che supera la vecchia logica dei reparti monodisciplinari.
I pazienti saranno ricoverati non in base alla specializzazione, ma in base alla complessità del quadro clinico, suddivisi in alta, media o bassa intensità assistenziale. Solo in casi particolari – come pediatria, ostetricia, malattie infettive, terapia intensiva e sub-intensiva – si prevedono aree di degenza dedicate.
Le degenze saranno multi-specialistiche, con percorsi interni separati per personale e pazienti, una maggiore flessibilità nella gestione dei posti letto e l'eliminazione degli spostamenti in ambulanza tra sedi e reparti.
Il nodo centrale: il personale
Il Dott. Ferrari ha sottolineato con forza come nessuna innovazione strutturale o tecnologica possa sostituire il capitale umano. "Il Felettino rappresenta un salto di qualità per la sanità spezzina, ma senza un numero adeguato di medici, infermieri e tecnici, rischia di rimanere un contenitore vuoto". Serve un piano urgente di reclutamento e formazione del personale sanitario, per accompagnare sin da ora la fase di transizione e garantire che il nuovo ospedale sia non solo moderno, ma anche funzionale e realmente operativo.