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Cantieri sospesi, falsi artigiani, scambio ruolo da furbetti: ispettori del lavoro in azione In evidenza

Due cantieri edili sospesi per lavoro nero, tre falsi artigiani riqualificati come dipendenti (due a una ditta emiliana e uno a una ditta spezzina) e, per finire, un "caso particolare" in città: su segnalazione della Polizia Municipale gli ispettori del lavoro hanno trovato in cantiere il titolare, un cittadino dominicano e un dipendente, italiano, ma tutto questo solo "sulla carta".

È bastato scambiare due parole per individuare gli effettivi ruoli, e poco di più per capirne i motivi: l'italiano, ex imprenditore fallito, ha fatto aprire ditta ad un operaio di sua conoscenza, facendosi segnare come dipendente, anche se in realtà è proprio lui, l'italiano, a dirigere le operazioni ed a gestire ditta. A modo suo, ovviamente: gli ispettori si sono trovati di fronte anche un operaio in nero, chiamato a lavorare dall'italiano, evidentemente fallito non per pura fatalità. Nei cantieri sospesi nell'ultima settimana – uno a Arcola e uno a Sarzana – gli ispettori hanno trovato, rispettivamente, tre marocchini in nero in una ditta che ne occupava complessivamente quattro, ed un rumeno in nero in una ditta che ne occupava invece altri tre in regola. Ad Arcola la ditta – impegnata in lavori di intonacatura esterna – aveva un solo operaio in regola. Ad essere precisi, lo aveva assunto a luglio in Toscana, dopo aver ricevuto la visita degli ispettori del lavoro di Massa che lo avevano costretto a regolarizzare il rapporto lavorativo, perché fino a quel momento era l'unico operaio in forza. Ad Arcola a quell'operaio se ne sono aggiunti altri tre, come detto in nero, sprovvisti di dpi e senza visita medica, ragioni per cui il cantiere è stato immediatamente sospeso. A Sarzana invece situazione rovesciata, con un solo operaio non in regola su quattro complessivi, ma anche in questo caso è scattata la sospensione, perché la percentuale di sommerso era comunque superiore al 20 per cento. A Sarzana inoltre, al titolare della ditta è stato contestato di aver messo in uso la betoniera senza quadro elettrico. Per riaprire i cantieri i titolari delle due imprese hanno dovuto pagare i 1.500 euro per la revoca delle sospensioni, regolarizzare le posizioni lavorative con contratti a tempo indeterminato, oltre a dover rispondere alle maxi- sanzioni previste per il collocamento ed alle sanzioni pecuniarie connesse alla normativa sulla sicurezza.

(7 ottobre)

 

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