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Alla scoperta del “Cerchio dell’Acqua”: impianti idrovori aperti per parlare di tutela ambientale In evidenza

di Luca Vaccaro - Questa mattina l’apertura straordinaria al pubblico di due impianti fondamentali: l’idrovora La Turbina di Marinella di Sarzana e l’impianto Forlino a Luni Mare

Una mattinata all’insegna della consapevolezza ambientale e della prevenzione idrogeologica. Oggi, Sabato 17 maggio, in occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, si è svolto l’evento “Il Cerchio dell’Acqua – Risorse idriche e multifunzionalità per la sostenibilità”, con l’apertura straordinaria al pubblico di due impianti fondamentali per la sicurezza della piana del Magra: l’idrovora La Turbina di Marinella di Sarzana e l’impianto Forlino a Luni Mare.

L’iniziativa, promossa dal Consorzio di irrigazione e bonifica Canale Lunense, ha offerto ai cittadini l’occasione unica di conoscere da vicino due infrastrutture strategiche che lavorano ogni giorno, spesso lontano dagli occhi, per proteggere il territorio dagli allagamenti e gestire le acque meteoriche.

«La manutenzione dei canali e il funzionamento degli impianti di sollevamento meccanico sono essenziali per la sicurezza della piana, che si trova sotto il livello del mare - ha spiegato Francesca Tonelli, presidente del Consorzio e di Ambi Liguria -. L’idrovora La Turbina, dove ci troviamo oggi, è stata recentemente ristrutturata grazie a fondi della Protezione Civile della Regione Liguria, con un potenziamento del sistema di pompaggio e l’introduzione di una condotta sottomarina che consente lo smaltimento delle acque anche quando il mare non può riceverle».

Tonelli ha sottolineato l’importanza di far conoscere ai cittadini il lavoro svolto dal Consorzio: «La maggior parte delle manutenzioni che noi facciamo si svolgono lontano dagli occhi delle persone, quindi magari molte volte ne sfugge l'importanza. Nonostante siano passati ormai 100 anni dalla nascita, ci si domanda ancora quale sia l'attività istituzionale che noi facciamo. Si tratta di un'opera fondamentale per mantenere curati e puliti i fossi, dato che, quando piove molto, devono essere pronti per ricevere e smaltire le acque meteoriche. Alcuni interventi vengono ancora fatti a mano, all’interno dei canali».

Tra i tanti strumenti a disposizione del Consorzio, uno si è reso utile anche al di fuori dei confini liguri. L’importanza dell’idrovora mobile, utilizzata anche in situazioni emergenziali fuori regione: «Abbiamo un impianto idrovoro mobile che può essere agganciato ai nostri trattori: lo abbiamo inviato anche durante le alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. È un mezzo fondamentale per intervenire rapidamente in caso di eventi estremi», conclude la Presidente del Canale Lunense.

Per Corrado Cozzani, direttore del Consorzio, l’apertura al pubblico di Marinella rappresenta «un momento importante per mostrare uno degli impianti più rappresentativi della bonifica nel nostro comprensorio. L’impianto, acquisito da Marinella S.p.A. e oggi completamente ristrutturato, è stato dotato di nuove pompe e di uno scarico a mare a 300 metri dalla battigia, evitando l’impatto diretto sulla spiaggia».

Cozzani ha posto l’accento su una delle sfide più urgenti: l’energia. «Questi impianti sono estremamente energivori - ha detto -. Consumano moltissima energia elettrica, e proprio per questo stiamo studiando un progetto di pannelli fotovoltaici galleggianti da installare sugli specchi d’acqua: un modo per produrre energia pulita senza consumare suolo agricolo».

Il progetto non si ferma qui: «Abbiamo in fase preliminare uno studio per installare pannelli fotovoltaici galleggiantisugli specchi d’acqua dell’impianto. Una soluzione sostenibile per produrre energia senza consumare suolo agricolo, risorsa preziosa nel nostro territorio», conclude il Direttore del Consorzio.

Presente anche il sindaco di Luni Alessandro Silvestri, membro della deputazione consortile, che ha evidenziato come questo sistema di opere «mantiene asciutto un territorio posto sotto il livello del mare». Silvestri ha ricordato che, senza l’opera della Turbina, il comprensorio sarebbe ancora tarato su standard risalenti a cinquant’anni fa: «Grazie al contributo della Protezione Civile, il nuovo impianto raddoppia la capacità di scarico verso il mare, offrendo maggiore sicurezza in caso di eventi meteorologici estremi».

 

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