Questa sera alle ore 18.30 in Piazza del Bastione, l'Associazione Don Alberto Zanini organizza un concerto aperto a tutta la cittadinanza con il musicista argentino Nacho Cantero.
Una passione per la musica nata tra le mura domestiche, una famiglia numerosa, sette fratelli, e un ragazzo di appena diciannove anni che, per la passione della musica e della chitarra in particolare, lascia il suo paese e viene in Italia a studiare. Si è laureato due settimane fa presso la “Saint Louis School of Music” di Roma.
Abbiamo chiesto a Nacho di raccontarci la sua storia e di svelare qualche anticipazione del concerto di questa sera.
Nacho la tua passione per la musica e nata fin da bambino...
E' nata a casa, padre autodidatta chitarrista che svegliava i figli la domenica mattina con musica ad alto volume. Forse un po' per copiarlo, o per una gara tra fratelli, ho preso la chitarra e ho iniziato a suonare senza quasi sapere cosa stessi facendo, guardando video o copiando altre persone. I miei primi anni sono stati molto improvvisati.
Tuttavia sono arrivato a capire le basi per poter fare quello che mi piaceva e anche per scrivere musica. Ho iniziato a comporre canzoni a 15 /16 anni. A 18 anni è uscito il mio primo e unico album, prima di partire per l'Italia. Tutto nasce da una famiglia molto “artistica” e ricca. Mio padre ci ha fatto ascoltare sempre molta musica, forse più americana, inglese, rock e poco argentina. Io sono nato a Campana, in una piccola cittadina nella provincia di Buenos Aires. Lui suonava molto blues, anche io qualcosa di blues, rock e anche molto pop.
L'incontro con l'Associazione con Don Alberto Zanini come è avvenuto?
Attraverso Alessandra Massei. Abbiamo partecipato ad una cena poco tempo fa e Alessandra mi ha raccontato come ha conosciuto mio padre. Si sono incontrati in Argentina, per me è stata da sempre come una zia, ho sentito raccontare di lei a distanza, ma vivendo in Argentina l'avrò vista un paio di volte nella mia infanzia e poi spostandomi qui in Italia, negli ultimi anni, ci siamo incontrati parecchie volte.
Perché hai deciso di venire a studiare in Italia?
Capendo il “superpotere” che avevo suonando la chitarra, un po' un modo per attirare l'attenzione, ma anche per creare ambienti “belli”, ho scoperto anche di saper cantare, direttamente facendolo dal vivo. Ho iniziato così a scrivere le mie prime canzoni e a cercare nella mia città un posto dove poter esibirmi. Un paio di volte l'anno organizzavo i miei concerti, presentando anche il mio disco.
Un giorno un mio amico italiano, quando stavo finendo la scuola, mi ha chiesto: “Ma non vorresti andare in Italia a farti un'esperienza di due o tre mesi?” Non ero mai uscito dal Sud America, non era proprio nei miei programmi fare un viaggio in Europa. Ma davanti a questa proposta e la possibilità che qualche suo amico potesse ospitarmi, ho detto di si, senza pensarci un attimo. Ho fatto quindi un viaggio dall'altra parte del mondo, senza sapere che sarei rimasto in Italia.
Ora, ogni volta che qualcuno mi chiede se mi sono pentito della mia scelta, non so quasi rispondere. Sicuramente se dovessi rifarlo ci penserei di più su, senza improvvisare, però sono venuto in Italia con la curiosità di cosa potevo trovare qui. Ho scoperto la scuola “Saint Louis” e ho capito che l'unico modo per poter rimanere era studiare con un permesso di studio e che potevo fare musica, la mia passione fin da bambino. E così inizia il mio viaggio qui a Roma nel 2018, a 19 anni.
Come sono stati gli inizi a Roma?
I primi due anni sono stato ospite da amici, che mi hanno anche aiutato a trovare lavoro, sono stati degli angeli per me. Ho fatto il portiere in una casa di riposo per cinque anni. Mi portavo la chitarra per studiare. Quando sono entrato in quel luogo, da avere un paio di nonni ne ho avuti poi una quarantina. Mi hanno accolto in un modo molto bello, sono stato davvero bene. E' stata anche l'esperienza che mi ha aiutato a imparare l'italiano: stare al centralino, rispondere alle telefonate, parlare con le persone...e poi proprio lì ho scoperto che in Italia si dà anche “del lei”, che per me era un modo per rivolgersi ad una signora o a una ragazza, sentivo dire “lei”, una parola femminile...ma poi mi hanno spiegato!
Penso di essere cresciuto tanto, riuscivo a studiare e mi sono laureato due settimane fa. Con il tempo ho un po' maturato anche la nostalgia di casa, che ricordo all'inizio non avevo. Ora ogni giorno mi mancano sempre di più. Cerco di tornare una volta all'anno a casa. Sono alcuni anni che mi sono fidanzato con una ragazza calabrese, lei è cantante, conosciuta al “Saint Louis”, è venuta anche lei in Argentina. Con questa ragazza abbiamo un bel progetto musicale, doveva essere anche lei alla Spezia con me, ma per impegni personali non può. Il mio progetto principale oggi è con lei, facciamo serate, matrimoni, il panorama diventa più ampio perché lei fa Jazz, insieme proponiamo un bel repertorio musicale.
Puoi darci qualche anticipazione sul concerto di questa sera?
Sono partito con la musica in inglese, ho iniziato con il rock, poi ho scoperto un po' il pop, sono passato anche alla chitarra acustica, che non ho mai lasciato, suonando brani dei Coldplay, band più cantabili hanno preso un protagonismo importante nel mio repertorio. Arrivando però in Italia, mi sono trovato davanti a un pubblico che preferisce ascoltare qualcosa che conosce, quindi mi sono adattato anche al repertorio italiano.
Questa sera quindi ci sarà qualcosa di Pino Daniele, di Lucio Dalla, mi sono quindi immerso nella cultura italiana, senza però lasciare le mie radici. Ci sarà anche musica spagnola, sia di spagnoli che colombiani e argentini. Se vedrò poi che il pubblico risponde, proporrò anche qualche inedito. Soprattutto con me ci sarà un artista di strada spezzino, Gianluca, che mi accompagnerà per una parte del concerto. Ci conosceremo di persona questa sera. Siamo stati in contatto telefonicamente, abbiamo trovato punti in comune, faremo anche un'esibizione insieme, proponendo un repertorio internazionale.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sicuramente altri progetti musicali con la mia ragazza, ma penso che farò anche qualcosa da solo. Proprio in questi giorni sono tornato a scrivere, sono anni che non componevo, dall'uscita del mio primo e unico disco. Per lo studio e il ritmo della vita qui, ho fatto molto fatica a scrivere. Proprio in questi giorni ho ricominciato con alcuni brani, vorrei anche comporre un gruppo, sicuramente succederà a Roma.
Foto di copertina: Anna Rinaldi