È attraccata questa mattina intorno alle 9 in Calata Paita la nave ONG Humanity 1, con a bordo 68 migranti soccorsi il 1° maggio nelle acque internazionali della zona SAR (ricerca e soccorso) libica. A bordo persone di nazionalità bengalese, egiziana, iraniana, pakistana e somala. tra questi 16 minori stranieri non accompagnati e 6 donne. 36 migranti saranno accolti in strutture della Liguria (7 dei quali nello spezzino), mentre per gli altri è in corso il trasferimento verso altre regioni.
Finora, secondo quanto riferito da fonti sanitarie, un ragazzo di 17 anni con sospetta tubercolosi è stato trasportato in ambulanza all’ospedale San Bartolomeo di Sarzana. Anche altri due migranti hanno bisogno di cure ospedaliere. Le condizioni generali degli altri passeggeri non hanno destato particolari preoccupazioni.
“Sbarchiamo 68 persone che abbiamo soccorso il primo maggio. Ci sono più di 20 minori non accompagnati, tantissime donne e bambini”, ha raccontato Sofia Bifulco, coordinatrice delle comunicazioni a bordo di Humanity 1. “Abbiamo impiegato cinque giorni per raggiungere il porto della Spezia, un porto inutilmente lontano, mentre continuavamo a chiedere uno sbarco più vicino che non ci è mai stato assegnato dall’Italia”. Un viaggio lungo e doloroso, aggravato dalle testimonianze raccolte a bordo: “Le persone ci hanno raccontato storie di torture e abusi subiti in Libia e in Tunisia, di essere stati abbandonati scalzi nel deserto tra i due Paesi. Il nostro psicologo ha redatto oltre 26 lettere di vulnerabilità per situazioni particolarmente gravi”.
Bifulco ha poi sollevato dubbi su alcune procedure adottate allo sbarco: “Alle persone è stato chiesto di togliere i vestiti, cosa che non comprendiamo. Viaggiano già con pochissimo: perché privarli anche di quel poco che hanno?”. Nonostante le criticità, l’accoglienza alla Spezia è stata definita “buona” dagli operatori umanitari.
A garantire supporto anche la Caritas diocesana della Spezia-Sarzana-Brugnato, presente in banchina al momento dell’arrivo della nave. “Attualmente non ci sono situazioni sanitarie critiche segnalate”, ha dichiarato don Luca Palei, direttore della Caritas. “Il nostro impegno è quello della prima accoglienza: offrire un benvenuto, abiti, conforto. Per i minori non accompagnati cerchiamo di garantire un calore umano che, pur non potendo essere quello del villaggio da cui provengono, vuole rappresentare un abbraccio e una speranza”.