La diocesi della Spezia - Sarzana - Brugnato ha celebrato oggi, 3 maggio, il cinquantesimo anniversario della consacrazione della cattedrale spezzina intitolata a Cristo Re dei secoli, la cui cerimonia di dedicazione avvenne il 3 maggio 1975, presieduta dal vescovo di allora Giuseppe Stella, alla presenza dell’arcivescovo metropolita di Genova, cardinale Giuseppe Siri.
La ricorrenza, preparata nei giorni scorsi con numerose iniziative, è stato un evento significativo per la diocesi. Come riporta il titolo del volume pubblicato in questa circostanza, la cattedrale è stata vissuta nel lungo periodo della sua realizzazione e poi nei cinque decenni successivi come un vero “progetto di comunità”, in grado di unire in una sola, dal punto di vista religioso e spirituale, tre diocesi tra loro storicamente e strutturalmente diverse, e in una sola realtà la città capoluogo, Spezia, la cui cattedrale sorge oggi proprio nel punto di ideale collegamento tra la parte storica, più antica, e quella nuova, sviluppatasi in direzione della piana di Mazzetta e di Migliarina.
Il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha accolto, per questa importante celebrazione, l’attuale arcivescovo metropolita genovese Marco Tasca, presidente della conferenza episcopale ligure, e vari altri presuli. La cerimonia è iniziata - come in altre occasioni - con la salita processionale del clero dalla cripta di Cristo Re, che si affaccia su piazza Europa, sino alla cattedrale, al canto delle litanie dei santi.
L’intero evento è stato trasmesso in diretta da Tele Liguria Sud con il commento di monsignor Paolo Cabano.
L’arcivescovo Tasca ha presieduto la celebrazione della Messa solenne, affiancato dal vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti e dal vescovo Jean Ntaguarara, emerito di Bubanza in Burundi. La diocesi di Massa Carrara - Pontremoli era rappresentata dal vicario generale monsignor Marino Navalesi. Concelebravano anche diverse decine di sacerdoti, la quasi totalità del clero spezzino.
All’inizio del rito della Messa, il vescovo Palletti ha pronunciato alcune parole di saluto, sottolineando come la cattedrale spezzina sia “tra le più giovani in Italia”, ma come già mezzo secolo sia un percorso significativo, aggiungendo come sia visibile a tutti che Cristo Re non è solo “edificio di pietra”, ma sia composto “dalle pietre vive dei fedeli”. All’omelia, l’arcivescovo metropolita si è soffermato su alcune parole, significative in occasione di questa ricorrenza: la “presenza” del Signore, in mezzo a noi, in questa cattedrale; l’”unità”, caratteristica efficace della città celeste descritta da Giovanni nell’Apocalisse: “quando siamo uniti, la vita è più bella”; il “camminare insieme”, caratteristico anche del percorso sinodale. Parlando infine dell’episodio di Zaccheo, contenuto nel brano evangelico, l’arcivescovo ha messo in risalto come la sua conversione non sia precedente all’incontro con Gesù, ma successiva. L’incontro è premessa della conversione: “stare con il Signore Gesù, è questo che ci cambierà”.
Tra le tante iniziative per il “Giubileo” della cattedrale, va rimarcata anche, venerdì sera, la festa speciale dedicata ai giovani, con la partecipazione, in collegamento via skype, di don Luigi Maria Epicoco, noto sacerdote e saggista. La Veglia, molto partecipata, si è svolta in tre momenti significativi: il primo è stato l’incontro festoso e fraterno dei giovani intorno alla mensa conviviale, occasione di ritrovo e di amicizia. Il secondo è stato quello della formazione spirituale, aiutati nella riflessione da don Epicoco, che ha presentato l’essenzialità della cattedrale come luogo di relazione, luogo del cuore, di ascolto del Vangelo. Nel terzo momento, in stretta unione col precedente, tre giovani, una consacrata, una famiglia e il vescovo, in rappresentanza dell’intera comunità riunita, dopo aver acceso una candela al cero pasquale, con una piccola processione, ma significativa, hanno acceso un piccolo falò, segno dello Spirito che ancora una volta, come a Pentecoste, invia in missione a testimoniare la gioia del Vangelo, per essere segni viventi di una speranza che non delude.
(Testo: Lorenza Benedetti)