Il 30 aprile del 1945, nel campo di Mauthausen-Gusen, Coriolano Perioli perse la vita a causa delle percosse di un kapo. A ottant’anni di distanza, il 30 aprile del 2025, Arcola omaggia la memoria dell’imprenditore, dello sportivo e dell’arcolano, che in momento oscuro della nostra storia, non perse mai di vista la luce che illuminava i valori di libertà, uguaglianza e giustizia. Lo fa con un evento di alto valore istituzionale, come quello dell’intitolazione dell’area verde di via delle Ville al Termo di Arcola, frequentata da famiglie e soprattutto da giovani, proprio di fronte al centro intitolato ad Ezio Bassano, altra figura di spicco della lotta di liberazione arcolana. Per l’occasione verrà scoperto anche un murales dedicato a Perioli realizzato da Domenico Nocerino.
L’appuntamento è fissato per le ore 10 alla presenza dell’amministrazione comunale, del consiglio comunale dei ragazzi e della classe quinta della primaria di Romito Magra, nonché rappresentanti di Aned, Anpi, vigili del fuoco, Spezia Calcio, Perioli Group, Panathlon, veterani dello sport e associazioni del territorio arcolano.
L’evento anticipa il Premio Coriolano Perioli che avrà luogo nel corso dell’estate arcolana.
Orazio Coriolano Perioli è stato il Presidente dello Spezia Calcio dello storico scudetto del 1944.
Nato ad Arcola nel 1884, da bambino rimase orfano di entrambi i genitori; da giovanissimo fondò, insieme al fratello Dario, un’azienda portuale tra le più importanti della città della Spezia.
Nel 1941 divenne presidente dello Spezia Calcio. Nel 1943, dopo l’Armistizio, trovò la soluzione di far entrare i giocatori dello Spezia nel Corpo dei Vigili del Fuoco al fine di evitare loro la chiamata alle armi. Quella squadra vinse il Campionato Alta Italia del 1944, imponendosi anche su quello che diventerà il Grande Torino di Valentino Mazzola. Per quella vittoria sarà riconosciuto postumo un titolo onorifico.
Perioli venne catturato il 23 novembre del 1944 per aver fornito aiuto e viveri alle forze partigiane, fu imprigionato e torturato prima in carcere a Genova e poi nel campo di lavoro di Bolzano. Il 2 febbraio del 1945 venne deportato al campo di concentramento di Mauthausen-Gusen. Qui fu ucciso, il 30 aprile del 1945, a causa delle percosse subite da un kapo.