Nella mattinata odierna, presso l’ingresso principale dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, si è svolto un flash mob per sottolineare le battaglie ancora da combattere per il riconoscimento effettivo delle pari opportunità. Presente all’evento Nicoletta Acerbi, OSS e Coordinatrice Pari Opportunità UIL FPL La Spezia, che ha dichiarato: “In vista della festa della donna, vorrei ricordare a tutti, che l’uguaglianza è, insieme alla libertà, uno di quei diritti fondamentali di una democrazia. Un concetto etico-giuridico secondo cui, i membri di una collettività devono essere considerati allo stesso modo, indipendentemente dalla loro posizione sociale e dalla loro provenienza. Questo concetto” – prosegue – “nel terzo millennio non è ancora compreso e attuato, ma i modi ci sarebbero; contrastare la violenza sul posto di lavoro sia nel pubblico che nel privato, contrastare i preconcetti sessisti, ottenere una piena partecipazione femminili nei diversi ambiti economici, gestire la questione del dislivello retributivo e pensionistico. Solo raggiunti tali obiettivi potremo parlare di uguaglianza e libertà. Sono certa che con la tenacia e l’unione tali traguardi saranno tagliati. Viva le donne!”.
Di seguito, una nota da parte del Coordinamento Pari Opportunità UIL Liguria:
“Care amiche e cari amici,
oggi siamo qui insieme, in questa giornata che non è solo una commemorazione, ma una riflessione e un impegno collettivo. L’8 marzo non è solo una data simbolica per le donne, ma un’occasione per fermarci, guardare in faccia la realtà e chiedere a gran voce quel cambiamento che ancora non arriva. Siamo qui oggi, nei pressi di uno dei luoghi più emblematici del nostro sistema sanitario, il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant'Andrea, per portare solidarietà a tutte le donne che lavorano, in special modo oggi nella sanità ligure, e per denunciare le tante violenze, aggressioni e discriminazioni che troppo spesso vengono ignorate.
Le donne che ogni giorno operano nei reparti di emergenza, nei pronto soccorso, negli ospedali, sono il cuore pulsante del nostro sistema sanitario. Sono quelle che, facendo i conti con le carenze di personale, si caricano di ulteriore lavoro svolgendolo con grande coraggio e dedizione, affrontano ogni giorno una professione che richiede competenza, ma anche una resistenza emotiva e fisica fuori dal comune. Eppure, nonostante il loro impegno, troppe sono le difficoltà e le sofferenze che devono sopportare.
Violenza e abusi
Iniziamo dal punto che più ci sta a cuore: la violenza. Le lavoratrici della sanità sono spesso vittime di violenze e aggressioni fisiche e verbali da parte di pazienti e dei loro familiari, episodi che non solo compromettono la sicurezza del posto di lavoro, ma che danneggiano anche la qualità del servizio che comunque offrono sono costrette a offrire. Nessuna donna dovrebbe mai sentirsi minacciata o terrorizzata intimidita mentre svolge il proprio lavoro. Questo non è solo un problema di sicurezza, è un problema di dignità e rispetto.
Soprusi e discriminazioni
Ma non basta. Le donne in sanità sono anche vittime di soprusi da parte di colleghi che agiscono con prepotenza o iniquità. La cultura del silenzio e della rassegnazione non deve più avere spazio. È necessario che tutte le donne, in ogni ambiente di lavoro, possano sentirsi protette, rispettate e libere di esprimersi senza temere discriminazioni, ricatti o abusi. Nessuna lavoratrice deve essere costretta a subire l’atteggiamento di chi, abusando della propria posizione, le nega il diritto al rispetto e alla parità.
Disparità salariale
E poi c'è la disparità salariale, una piaga che riguarda tutte le donne, ma che in ambito sanitario si traduce in una mancanza di riconoscimento per il lavoro fondamentale che queste donne svolgono. Nonostante le lunghe ore di servizio, l’alta professionalità e la dedizione, le lavoratrici della sanità ligure continuano a percepire stipendi che non riflettono il valore del loro lavoro. La parità salariale non è più negoziabile: è un diritto fondamentale che deve essere garantito ad ogni donna, a prescindere dal settore in cui lavora.
Mancanza di organico e difficoltà nel bilanciamento vita-lavoro
Infine, la mancanza di personale sta creando un divario sempre maggiore tra la vita professionale e quella privata delle lavoratrici. La pressione quotidiana, l’impossibilità di organizzare una vita familiare serena e la carenza di organico che costringe a turni estenuanti sono altrettanti ostacoli per tutte le donne della sanità. Non possiamo più permettere che le lavoratrici si sentano costrette a sacrificare il loro benessere personale per colmare le lacune di un sistema che non investe abbastanza sulle risorse umane. È fondamentale che vengano adottate politiche che consentano di bilanciare lavoro e vita privata, e che l’organico sia adeguato per permettere a ogni donna di vivere pienamente senza sentirsi sopraffatta dal lavoro.
La nostra lotta è per la dignità, la sicurezza e l’uguaglianza. Oggi siamo qui per gridare insieme che basta. Basta con la violenza, basta con le aggressioni basta con le discriminazioni, basta con le ingiustizie salariali e basta con la mancanza di attenzione verso il benessere delle lavoratrici della sanità.
Oggi siamo qui a rappresentare tutte le donne, di ogni settore, con contratti a tempo indeterminato ma anche quelle donne “fantasma” che vivono da troppi anni nel precariato, nell’incertezza e nella impossibilità, se ne fossero costrette, di lasciare il mondo famigliare malato per puntare al sogno della libertà.
Infine
Viva l' 8 Marzo.
Viva il lavoro che dà dignità e libertà alle donne.
Viva il lavoro sicuro”.