L'iniziativa "No ad un mare di armi!", promossa dal "Coordinamento Livornese per il ritiro delle missioni militari all'estero", è la giusta e condivisibile risposta ad un evento che si terrà, lo stesso giorno, presso l'Accademia Navale di Livorno, evento realizzato da Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e Marina Militare dal titolo "Civiltà del mare: il subacqueo, nuovo ambiente dell'umanità".
Ancora una volta il mare, ed in particolare il Mar Mediterraneo, viene considerato solo come luogo di interessi strategici, di sfruttamento di energie e risorse - ammantato dalla sostenibilità della cosiddetta Blue Economy - e non invece quale esso è: il più grande cimitero d'Europa (papa Francesco) nel quale continuano a trovare la morte migliaia di persone che fuggono da guerre, carestie e cambiamenti climatici causati e alimentati proprio dalle politiche predatorie degli Stati, come l'Italia, che affermano di volerlo preservare.
E anche questa volta fondi pubblici investiti nel settore militare vengono utilizzati per sostenere interessi di aziende private, distraendo la pubblica opinione con finta attenzione agli ecosistemi in cui operano.
Una prassi nota, che abbiamo ripetutamente biasimato, e che rivedremo alla Spezia con l'edizione 2023 di SeaFuture, la fiera navale bellica che si terrà dal 4 all'8 giugno nell'Arsenale Militare. Anche SeaFuture vedrà intrecciate industria militare, operatori economici degli idrocarburi, rappresentanti delle istituzioni e forze armate ospitando, tra l'altro, le delegazioni di Marine militari di paesi direttamente coinvolti in conflitti armati e retti da regimi noti per le reiterate violazioni dei i diritti umani.
Per questo, nell'esprimere la nostra vicinanza alle associazioni e movimenti livornesi che saranno in piazza il 27 marzo, cogliamo l'occasione per annunciare che nei giorni in cui si terrà SeaFuture, promuoveremo alla Spezia manifestazioni ed eventi culturali per respingere le politiche di guerra e di sfruttamento delle risorse e dei popoli. Il mare non deve essere considerato un sito industriale, estrattivo e militare. Il mare non deve essere un cimitero, ma un luogo condiviso dai popoli, com'è stato per secoli, in cui siano favorite e rafforzate le operazioni di soccorso soprattutto da parte delle istituzioni dei Paesi costieri a cominciare dall'Italia. Per un mare vivo e pulito, per una cultura della convivenza solidale e della pace!
Comitato Riconvertiamo SeaFuture La Spezia