Ma dopo la perseveranza basta, «occorre la concretezza nella vita, la fedeltà e la carità verso i fratelli». Solo così mettiamo in pratica l'insegnamento evangelico che «c'è più gioia nel dare che nel ricevere». «Allora facciamo esperienza della grandezza e della fragilità della nostra vita. Ci renderemo conto che non bastano le nostre forze e il nostro impegno, ma dobbiamo essere custoditi anche da altre mani: Maria, il Padre».
«La Sapienza per noi cristiani ha un volto: il Signore Gesù. Il Padre non ci rivela una sapienza astratta, ma ci dona il Figlio. E Gesù, come abbiamo letto nel Vangelo di oggi, non ci comunica una sapienza rispondendo a delle domande, non ci dà le ragioni del suo agire. Così, capiamo che la Sapienza si realizza non chiedendo, ma entrando nelle ragioni di Dio». Che senso ha la morte in croce, la carità e la gratuità? «Lo si può capire solo entrandovi. La sapienza non è un elenco di cose da fare, ma la contemplazione del volto di Dio. Maria, sotto la croce, non chiede ragioni ma entra nell'amore di Cristo Dio, e diventa madre di tutti. Così anche a noi la sapienza può trasformare la vita, rendendoci autentici figli di Dio».
Al termine della Messa, il rettore don Eugenio Calzetta ha illustrato la storia del santuario e sottolineato la grande fede di chi l'ha voluto, costruito e frequentato, «queste vicende rivelano la carica del popolo di Dio in cammino nella storia», ha concluso.
(Francesco Bellotti)